Si è spenta nella notte di Capodanno a Sumirago, nella casa in provincia di Varese dove ha vissuto e lavorato per 72 anni, Rosita Missoni, fondatrice con il marito Ottavio detto Tai di un marchio che fa onore all'Italia. Aveva compiuto 93 primavere lo scorso 20 novembre, ma fino a un anno fa ne dimostrava serenamente 70. Si è sentita male alla vigilia del Natale 2023 e il giorno dopo ha subito un'operazione d'urgenza per peritonite. Da quel momento non si è mai più ripresa con grandissimo dolore di parenti, amici e conoscenti.
Su Rosita erano tutti d'accordo: una donna straordinaria. A chi gli chiedeva come si erano divisi i compiti suo marito rispondeva: «Il creativo sono io, ma Rosita ha creato me». Lei di lui diceva sempre: «Il Missoni mi è simpatico». Si sono conosciuti sotto la statua di Cupido a Piccadilly Circus dopo la parata inaugurale delle Olimpiadi di Londra del 1948. Lei era una studentessa sedicenne che seguiva un corso d'inglese, lui alto e bello come un divo era il portabandiera della squadra italiana. «Quando l'ho visto sfilare mi sono detta: ecco l'uomo che sposerò», ci raccontò una volta spiegando poi di esser stata invitata allo storico evento dalla sua amica, Ivana Testa, figlia del presidente della Società Ginnastica Gallaratese. Rosita veniva da una solida famiglia d'imprenditori del varesotto. I nonni materni che di nome facevano Torrani, avevano a Golasecca un'industria di scialli e tessuti ricamati trasformata in azienda di confezioni con l'entrata in scena dei suoi genitori Angelo e Diamante Jelmini. Invece Tai aveva 26 anni e una storia avventurosa alle spalle. Era nato a Ragusa da Teresa de Vidovich, contessa di Capocesto e Ragosniza e dal «capitano de Mar» Vittorio, figlio a sua volta di un magistrato friulano trasferitosi in Dalmazia quando era ancora Austria. «Sono italiano per caso spiegava - nel 1918 mio padre ha optato per l'Italia, ma due dei suoi fratelli scelsero il passaporto jugoslavo». Cresciuto a Zara, da ragazzo si è trasferito per studiare prima a Trieste, poi a Milano ma confessava di aver studiato pochissimo per dedicarsi allo sport. Infatti nel '37, ad appena 16 anni, è partito per Parigi con la nazionale di atletica leggera. Due anni dopo, a Vienna, ha conquistato il titolo di Campione Mondiale Studentesco, ma la guerra era alle porte e Ottavio, partito per la campagna d'Africa, nell'ottobre del '42 viene catturato a El Elamein. Resta ospite dei campi di prigionia inglesi per 4 anni, poi torna a casa, ricomincia ad allenarsi e con Rosita incontra il suo destino. Si sposano il 18 aprile del 1953, un anno esatto prima della nascita di Vittorio. Tre anni dopo è la volta di Luca, mentre Angela arriva negli ultimi giorni del '58. «Uno più uno fa cinque», ha scritto Tai sotto al disegno fatto per commentare il definitivo assetto della famiglia fino alla tragica scomparsa di Vittorio, precipitato con un aereo da turismo nel mare di Los Roques in Venezuela il 4 gennaio 2013. Sei mesi dopo se ne va anche Ottavio e i Missoni cominciano a pensare che per Rosita sia troppo. Invece lei resiste per amore dei due figli, dei nove nipoti e dei bisnipoti. Continua a occuparsi della casa e della home collection. Nel 2018 il 41,2% del pacchetto azionario di Missoni viene ceduto al Fondo Strategico Italiano. Angela lascia la direzione creativa, sostituita prima da Alberto Caliri e poi da Filippo Grazioli.
Sua figlia Margherita Maccapani che un tempo disegnava la M Missoni ha da poco lanciato un brand in cui ha investito Marco Bizzarri, l'uomo che ha portato Gucci ai quasi 10 miliardi di fatturato. Dalle regioni spirituali della pace i nonni e lo zio saranno fieri di lei.
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