La doppia morale di Landini. Scende in piazza per i lavoratori e poi li licenzia

La "doppia morale" è di casa al numero 25 di Corso Italia a Roma, quartier generale di Maurizio Landini

La doppia morale di Landini. Scende in piazza per i lavoratori e poi li licenzia
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La «doppia morale» è di casa al numero 25 di Corso Italia a Roma, quartier generale di Maurizio Landini. La Cgil sta pianificando una massiccia campagna di mobilitazione per ottenere tre referendum contro i licenziamenti individuali e il sistema dei sub-appalti. Eppure, proprio dal sindacato rosso, sotto la gestione Landini, sono partite lettere con i licenziamenti individuali previsti dall'odiato Jobs act. Ma non solo: il sistema dei sub-appalti, che Landinivuole cancellare con i quesiti referendari, è stato usato dalla Cgil nel settore della sicurezza e in altri ambiti, applicando salari al di sotto dei 9 euro all'ora e sfuggendo alle azioni legali dei lavoratori licenziati. Nel 2019 Landini è appena arrivato al timone del sindacato, quando il 9 maggio la dirigente pugliese Iginia Roberti viene messa alla porta con una lettera di licenziamento, applicando il Jobs act. Un'esecuzione fredda, senza alcun margine di trattativa. L'ordine è perentorio: «Da domani sei licenziata, riconsegna le chiavi dell'ufficio». È la dura legge sui licenziamenti individuali che gli avvocati della Cgil oppongono anche in Tribunale contro la richiesta di reintegro avanzata dalla lavoratrice.

Il caso più clamoroso risale a pochi mesi fa: nel luglio del 2023 Massimo Gibelli, storico portavoce del sindacato, viene licenziato da Landini. Il paradosso esplode tutto nella missiva di licenziamento che richiama «il licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo previsto dall'articolo 3 della legge n. 604 del 1966, più volte modificato nel corso degli anni, in ultimo dalla riforma Fornero nel 2012 e nel 2015 dal Jobs Act di Renzi». Proprio quell'articolo di legge che ora l'ex numero uno della Fiom vorrebbe abolire con il referendum. Il documento, approvato dall'assemblea Cgil con cui è stato affidato il mandato al segretario generale di preparare la mobilitazione contro i licenziamenti individuali, è chiaro: «l'obiettivo è quello cambiare le leggi sbagliate e proporre un altro modello sociale e di sviluppo, che metta al centro la dignità e la libertà delle persone». Leggi che la Cgil non esita a utilizzare per i suoi licenziamenti.

L'altra battaglia di Landini è il sub-appalto: il sistema che riduce le tutele per i lavoratori. Anche su questo punto, Landini sta organizzando il referendum. Ancora un tema su cui va in scena la doppia morale. C'è il caso dell'associazione prevenzione sicurezza edile di Caserta, un consorzio di cui fa parte pure la Cgil. A maggio del 2023 è bastata una mail: «Licenziamento per giustificato motivo oggettivo». Sono andati a casa, dopo 25 anni di lavoro, Rossella Borrelli, 47 anni con altre 5 persone (Giuseppe Maesano, Ornella Diomaiuti, Filomena di Fonzo, Rocco di Resta e Carmine Varone).

Per i licenziati è difficile intentare una causa contro la Cgil. Motivo? Il sistema del sub-appalto regala uno scudo al sindacato contro la richiesta di ri-assunzione. Tradotto: meno tutele per i lavoratori, più potere al sindacato-padrone.

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