La doppia sfida delle Ong nel Mediterraneo Nave in mare con i soldi regalati da Parigi

Ocean Viking al largo delle coste libiche. Salvini furioso: «Robe da matti»

La doppia sfida delle Ong nel Mediterraneo Nave in mare con i soldi regalati da Parigi

Era già nell'aria da tempo, e adesso è ufficiale: Sos Mediterranée e Medici senza frontiere tornano in mare per riprendere la ricerca e il soccorso di migranti davanti alle coste libiche. La nuova sfida per il Viminale, che ha rinsaldato la politica dei porti chiusi grazie a degli emendamenti apportati al decreto Sicurezza bis, viene servita con tanto di retorica: «orniamo in mare per salvare vite. Non possiamo restare in silenzio mentre persone vulnerabili subiscono sofferenze evitabili». Così Claudia Lodesani, presidente di Msf in Italia, mentre il direttore delle operazioni di Sos Mediterranée, Frédéric Penard, incalza: «Da un anno assistiamo a un deterioramento della risposta dell'Ue alla tragedia umana nel Mediterraneo».

Da giovedì le acque del Mediterraneo centrale sono solcate dalla nave Ocean Viking, battente bandiera norvegese, che è stata noleggiata ad hoc dalle due Ong, che hanno lanciato una raccolta fondi con la campagna #BackAtSea. Sono forti anche dell'elargizione di 100mila euro da parte di Parigi, che loda così le organizzazioni umanitarie, salvo poi non aprire le porte ai migranti raccolti in mare. Tanto c'è l'Italia dove le Ong contano di potere approdare quale porto sicuro, confidando nella strada spianata dal verdetto del gip di Agrigento nei confronti del comandante della Sea Watch 3, Carola Rackete.

La Ocean Viking, su cui opera un equipaggio di 31 persone dispone dell'attrezzatura necessaria per operazioni di ricerca e soccorso, inclusi 4 motoscafi veloci (rhib) e una clinica con aree per le consultazioni, il triage e il ricovero. Sette mesi dopo la chiusura delle operazioni con Aquarius, le due Ong sono cariche: «Tre anni fa, quando abbiamo iniziato con l'Aquarius, non avremmo mai pensato di salvare quasi 30mila vite in mare» dice Sophie Beau, co-fondatrice di Sos Mediterranée.

«Adesso partono pure dal Mare del Nord per venire ad aiutare gli scafisti nel Mediterraneo, roba da matti», commenta il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che presto potrebbe trovarsi per mano un nuovo caso Sea Watch. «Ong avvisata, mezza salvata: in Italia non sbarcate».

Ma le due Ong ritengono necessario il loro operato: «L'inerzia degli Stati membri dell'Ue nella creazione di un meccanismo di ricerca e soccorso nel Mediterraneo che fosse condiviso - dice la Beau - lascia alla società civile il compito di tornare in mare e salvare vite». Convinti di ciò, a nulla vale la conferma persino dell'Oim della diminuzione del numero di morti in mare.

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