Mario Draghi benedice il maxi piano di risanamento del Monte dei Paschi che ruota attorno alla cartolarizzazione di 27,7 miliardi di euro di sofferenze lorde messa in piedi con il supporto del fondo Atlante che ne sottoscriverà una tranche da 1,6 miliardi (la cosiddetta tranche junior finirà ai soci del Monte) a un prezzo medio pari al 33% del valore di libro e sull'aumento di capitale di 5 miliardi garantito da un consorzio di banche d'affari internazionali cui fa da capofila il tandem Jp Morgan-Mediobanca.
Il trasferimento delle sofferenze sarà affiancato da un prestito ponte che tamponerà le perdite della banca fino al varo della ricapitalizzazione da parte dell'assemblea dei soci che si terrà entro novembre.
Il via libera della Bce è arrivato ieri durante la maratona di quasi dieci ore del consiglio di amministrazione senese che ha approvato anche i conti semestrali chiusi con un utile netto di 302 milioni (in calo dell'8,2% rispetto allo stesso periodo del 2015 ma sopra le attese degli analisti), 107,5 miliardi di euro di impieghi verso la clientela (3,8 miliardi in meno rispetto all'anno scorso) e una riduzione dei crediti deteriorati da inizio anno per 1,5 miliardi lordi (1,9 miliardi di euro in meno rispetto al 31 marzo 2016).
Sul fronte di Atlante, intanto, l'acquisto delle sofferenze delle banche italiane verrà finanziato grazie a una dotazione di circa 5 miliardi. Ai 1,25 miliardi rimasti dal primo round di raccolta, si aggiungerebbero entro l'8 agosto altri 200 milioni da Poste Italiane, 300 milioni complessivi da Intesa e Unicredit e 200 milioni da Generali. Dalle Casse previdenziali, secondo quanto filtrato nei giorni scorsi, dovrebbero venire altri 500 milioni.
Il Tesoro dovrebbe apportare circa 500 milioni attraverso la controllata Società gestione attività (Sga) e la Cassa depositi e prestiti tra i 200 e i 250 milioni. Escluso il fondo residuo del cosiddetto Atlante 1, le risorse nuove ammontano dunque al momento a circa 2 miliardi. Altre istituzioni che potrebbero partecipare sono le banche estere operanti in Italia, fondi sovrani e assicurazioni. Quella varata ieri è una «operazione, senza precedenti per struttura e dimensione sul mercato italiano» che al suo completamento «riconfermerà Mps tra gli istituti leader del sistema bancario Italiano», si legge nella nota diffusa ieri sera da Siena.
Il cda di ieri ha invece rigettato il piano alternativo presentato dall'ex ad di Intesa, nonché ex ministro Corrado Passera, affiancato dalla svizzera Ubs. La proposta - di cui non è stata nemmeno concessa la presentazione in Consiglio - prevedeva la cessione delle sofferenze con l'ausilio di Atlante riducendo però la ricapitalizzazione a 2,5-3 miliardi e colmando la carenza patrimoniale con la conversione volontaria parziale dei prestiti subordinati. Il blitz - tardivo - di Passera aveva mosso in mattinata il titolo Mps a Piazza Affari (+6,2% a fine seduta) portando la Consob ad avviare un monitoraggio sulla «correttezza delle informazioni al pubblico e sull'andamento della quotazione».
«Abbiamo chiesto di poter presentare il progetto in dettaglio al cda per poter interpretare fino in fondo le esigenze della banca in questo
delicatissimo momento. Siamo stati convocati in cda per le 14 di oggi dal presidente Tononi il quale però intorno alle 11.30 ci ha comunicato che la convocazione era stata cancellata», ha scritto ieri sera l'ex banchiere in una nota.
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