Draghi esclude il rimpasto, poi si sfila: "In politica? Mi trovo un lavoro"

Il premier nega un rimpasto di governo: "La squadra è efficiente e va avanti". Esclude anche un impegno in politica oltre il 2023: "Un lavoro me lo troverei da solo"

Draghi esclude il rimpasto, poi si sfila: "In politica? Mi trovo un lavoro"

L'impegno di Mario Draghi nella politica italiana finirà nel 2023, quando è fissato il termine naturale della legislatura. Lo ha detto a chiare lettere proprio il presidente del Consiglio che, intervenendo in conferenza stampa dopo l'ok del Cdm alla riforma del Csm, si è sfilato da futuri incarichi politici anche dopo la fine del governo: "Tanti politici mi candidano a tanti posti, mostrando una sollecitudine straordinaria nei miei confronti. Li ringrazio molto, moltissimo, ma vorrei rassicurarli: se dopo questa esperienza deciderò di lavorare, un lavoro probabilmente me lo troverei da solo".

Dunque il nonno al servizio delle istituzioni, come si era definito a dicembre, non sarà più disponibile a ricoprire ruoli politici pure oltre il 2023. "Ho già risposto, lo escludo! Chiuso. Vorrei esser chiaro!", ha risposto a un giornalista che aveva insistito con una domanda sul tema in questione. L'idea che serpeggia è che Draghi possa rappresentare il federatore delle forze di centro in occasione delle prossime elezioni nazionali. "Rispondo in modo totalmente chiaro: lo escludo", aveva però già sostenuto in maniera esplicita.

Draghi esclude il rimpasto

Il premier inoltre ha escluso un rimpasto di governo, ipotesi che sarebbe potuta essere sul tavolo al termine della partita per il Quirinale che ha visto rieleggere Sergio Mattarella come presidente della Repubblica. Ma anche su questo fronte Draghi si è espresso senza mezzi termini: "La squadra è efficiente e va avanti".

Nelle settimane scorse una proposta simile era stata avanzata da Matteo Salvini, che aveva chiesto di valutare l'ingresso dei leader dei partiti di maggioranza in alcuni ministeri per rafforzare la tenuta del governo e blindare la legislatura fino al 2023. Ma dopo il Mattarella bis è stato lo stesso leader della Lega a fare marcia indietro e spegnere le voci sulle possibili tentazioni di un rimpasto: "Noi non abbiamo nessun interesse a chiedere rimodulazioni della squadra di governo. Siamo al governo per lavorare".

Salvini non ha nascosto la presenza di "ministri che non brillano", ma allo stesso tempo ha sottolineato che "non mi metto alla finestra a criticare gli altri" in un momento particolare come quello che sta vivendo l'Italia. Nel mirino è finita più di una volta Luciana Lamorgese e nei prossimi giorni le tensioni potrebbero aumentare per l'emergenza immigrazione.

Anche Roberto Speranza non è stato esentato da dure critiche da parte del Carroccio: il ministro della Salute è stato accusato di aver sposato linee troppo rigoriste nell'ambito dell'emergenza Covid-19 e dunque è stato indicato come responsabile di eccessive chiusure.

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