La libertà di espressione è assoluta? E se non lo è, chi ne stabilisce i limiti? Di più: se devono esistere dei controlli su di essa, chi controlla il controllore? Il tema della libertà di parola, sacrosantamente caro ai liberali e più ancora alla loro frangia - più radicale - libertaria, ha sempre dovuto coesistere con i tentativi (o la necessità) di limitarla. Di solito sono i regimi autoritari che la ostacolano ricorrendo a leggi illiberali e arrivando a sostenere che la vera libertà starebbe nell'accettare limitazioni imposte dall'alto nel nome dell'interesse generale: peccato che, in questi regimi, il controllore non lo controlli nessuno e il cosiddetto interesse generale coincida con quello dell'élite al potere.
Nel caso dell'arresto di Pavel Durov, accusato in pratica di eccesso di libertà di espressione (ovvero di assenza di controlli su quanto viene diffuso sulla sua piattaforma Telegram), le cose stanno però diversamente. Lo Stato francese che accusa l'imprenditore di origini russe di complicità di fatto con i criminali, i pedopornografi e i terroristi che usano Telegram per i loro fini illegali, non è uno Stato autoritario. Non ha nulla a che vedere, in particolare, con la Russia di Putin che si è precipitata a strumentalizzare il caso fingendo di difendere Durov e accusando di ipocrisia il libero Occidente (come se non si sapesse che a casa loro la libertà di espressione è ormai azzerata dal regime).
La giustizia francese dice al signor Durov una verità scomoda. Che la libertà di parola trova il suo limite là dove, lasciata senza controllo, inneschi dei reati. E così come in uno Stato liberale si persegue la diffamazione o l'istigazione alla violenza, vi si deve rispondere anche di aver lasciato spazio libero a dei delinquenti: e infatti, l'assenza di controlli e moderazione dei contenuti ha fatto sì che Telegram diventasse il luogo virtuale preferito dalle organizzazioni criminali o terroristiche.
Da ultimo: in Francia, come negli altri Paesi occidentali, esistono sistemi di «check and balance» che impediscono ai controllori di agire incontrollati. Nulla è perfetto, ma l'anarchia travestita da liberalismo è peggio.
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