Come era ampiamente prevedibile - ed è stato altrettanto chiaramente detto e scritto anche su queste stesse colonne - sull'immigrazione che approda sulle nostre coste, è nata una colossale industria che sconfina nell'illecito della peggiore speculazione economica e finanziaria in senso criminale, dirottando le risorse che erano destinate a facilitare la vita di chi arriva da noi in condizioni difficili ad una «industria dell'immigrazione» che sugli immigrati ha costruito un'occasione di arricchimento per alcune persone senza scrupoli.
La rilassatezza, per non dire di peggio, con la quale la politica e le stesse autorità preposte all'ordine pubblico avevano preso atto finora dell'arrivo dei barconi (...)
(...) dei disperati (a pagamento) era troppo sospetta per non dare adito a un'inchiesta che, finalmente, ha fatto luce sui fatti criminosi. Era evidente che troppe organizzazioni, anche legali, speculavano sui migranti come manodopera a basso costo da impiegare nelle diverse attività, agricole, industriali e commerciali, che ruotano attorno al fenomeno. Era altrettanto evidente che questo retroterra economico era destinato a diventare la copertura delle attività illecite che ora sono venute alla luce. Centinaia di migliaia di euro sono finiti nelle tasche di manutengoli della criminalità organizzata, o direttamente di quest'ultima, mentre avrebbero dovuto essere l'opportunità per una solidarietà vera invece che sbandierata come una caratteristica peculiare del buon cuore nazionale e a copertura degli illeciti. Di morale, nella vicenda, non c'era nulla; la sola cosa che c'era era l'interessato marketing dell'industria dell'immigrazione, che faceva i soldi al riparo di buone intenzioni abilmente pubblicizzate, ma non realizzate in concreto. La scoperta degli illeciti è una vergogna nazionale.
Abbiamo invocato l'intervento dell'Europa e la solidarietà degli altri Paesi europei non preoccupandoci, innanzi tutto, di assolvere decentemente il nostro compito di fronte a un fenomeno epocale. È prevalsa la (solita) furbizia nazionale, quella che specula su ogni forma civile, facendo un danno economico e finanziario, oltre che agli stessi immigrati, innanzi tutto a noi stessi e poi alla nostra immagine nazionale. Ora, c'è solo da augurarsi che i responsabili siano puniti severamente da una magistratura che ha davvero il compito, in questo caso, di mostrare di saper fare il proprio mestiere e di voler tutelare il buon nome dell'Italia.
Dopo aver provveduto a individuare e a condannare i responsabili dello scandalo, si smantelli, ora, l'entroterra economico, legittimo e legale, che aveva alimentato gli illeciti.
L'immigrazione, così, può diventare quell'affare persino, ben regolamentato ed economicamente utile che è in altri Paesi come la Germania e la Svizzera. Sarebbe il modo migliore per mostrare che siamo un Paese civile, non un'accozzaglia di profittatori e di imbroglioni.piero.ostellino@ilgiornale.it
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