Nuova tegola giudiziaria per Donald Trump. Una giuria di Manhattan dopo due giorni di camera di consiglio ha ritenuto due società della Trump Organization, la holding di famiglia dell'ex presidente americano, colpevoli di diverse accuse per frode fiscale e falsificazione di documenti aziendali per aver remunerato alcuni suoi manager senza dichiararlo al fisco.
La Trump Corporation e la Trump Payroll Corporation sono state dichiarate colpevoli di tutte le accuse relative ad un periodo di 15 anni. Il tycoon e i suoi figli non erano sul banco degli imputati, ma si tratta comunque di un verdetto con effetti pesanti sull'immagine di The Donald, che un mese fa ha annunciato la sua ricandidatura alla Casa Bianca. L'ex presidente peraltro è stato menzionato più volte durante il processo dai pubblici ministeri in merito al suo legame con i benefici elargiti a determinati dirigenti, inclusi appartamenti finanziati dall'azienda, leasing di auto e spese personali. La Trump Organization potrebbe dover sborsare un massimo di 1,61 milioni di dollari di multa quando sarà condannata a fine gennaio, e la sentenza potrebbe influire sui suoi rapporti con banche e istituti di prestito. Intanto, l'ex direttore finanziario del gruppo, Allen Weisselberg, ha raggiunto un accordo con la giustizia lo scorso agosto e si è dichiarato colpevole di 15 accuse di frode ed evasione fiscale relative a 1,76 milioni di dollari di reddito non dichiarato tra il 2005 e il 2021. «Questo è stato un caso di avidità e imbrogli, e qui nessuna società è al di sopra della legge», ha detto il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg: «La Trump Corporation e la Trump Payroll Corporation l'hanno fatta franca con un piano che premiava i dirigenti di alto livello con sontuosi vantaggi, nascondendo intenzionalmente i benefit alle autorità fiscali per evitare di pagare le tasse».
Il verdetto di colpevolezza è arrivato mentre Trump è già sotto esame da parte dei pubblici ministeri federali e statali per la sua gestione di documenti riservati trasportati dalla Casa Bianca a Mar-a-Lago a fine mandato, per lo sforzo di ribaltare i risultati delle elezioni del 2020 e sull'accuratezza dei documenti aziendali e dei rendiconti finanziari della Trump Organization. Inoltre, sta anche affrontando una causa civile da 250 milioni di dollari da parte della procuratrice generale di New York Letitia James (sua acerrima nemica) che accusa il tycoon e i suoi figli adulti Eric, Donald Jr ed Ivanka di aver «sistematicamente» gonfiato gli asset dell'azienda di famiglia e guadagnato così miliardi di dollari illegalmente.
Proprio su quest'ultimo fronte, un giudice della Grande Mela il mese scorso ha accolto la richiesta di James di nominare un controllore indipendente che sovrintenda all'attività della holding di famiglia, vietando di trasferire qualsiasi asset non in contanti senza notificarlo in anticipo alla corte e alla stessa procuratrice generale. Il magistrato ha giustificato la decisione con la necessità di «assicurare che non ci sia ulteriore frode o illegalità che violi» la legge finché è in corso la causa civile.
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