Durigon ha ragione: salvate Arnaldo Mussolini dall'ipocrisia

È incredibile la sistematica mistificazione non solo dei giornalisti e dei politici, ma degli storici che, interrogati sulla questione, mentono sul presente e mentono sul passato.

Durigon ha ragione: salvate Arnaldo Mussolini dall'ipocrisia

È incredibile la sistematica mistificazione non solo dei giornalisti e dei politici, ma degli storici che, interrogati sulla questione, mentono sul presente e mentono sul passato. Non è vero che il sottosegretario Claudio Durigon ha proposto di intitolare il parco di Latina, oggi dedicato a Falcone e Borsellino, ad Arnaldo Mussolini. È il contrario: Durigon ha semplicemente proposto il ripristino della originaria titolazione toponomastica del Parco al giornalista socialista Arnaldo, affermando: «Questa è la storia di Latina che qualcuno ha voluto anche cancellare con quel cambio di nome a quel nostro parco, che deve tornare a essere quel parco Mussolini che è sempre stato».

Nessun dubbio che sia opportuno onorare Falcone e Borsellino. Ma altrettanto importante è non strumentalizzarne il nome per attribuirsi i loro meriti e crearsi il nome immotivato di città antimafia. È proprio di molte amministrazioni di sinistra che hanno finto di ignorare che Borsellino era vicino al Msi di Giorgio Almirante, e hanno cercato di farsi scudo della gloria dei due magistrati e del loro sacrificio. Le variazioni toponomastiche sono ispirate alla retorica dei nuovi poteri, e buona norma sarebbe non usare nomi sacri come quelli di Falcone e Borsellino in modo opportunistico e strumentale. Durigon ha semplicemente fatto riferimento a regole e principi elementari di chi ha cosciente rispetto per la toponomastica storica. Quasi sempre i mutamenti non hanno buone ragioni ma oscuri interessi.

La nuova titolazione fu voluta dal sindaco di centrosinistra Damiano Colletta il 19 luglio del 2017, con inaugurazione alla presenza dell'allora presidente della Camera Laura Boldrini. Un abuso storico colpevolmente ignorato da storici come Mauro Canali che dimenticano che il Parco Comunale era stato dedicato ad Arnaldo Mussolini. Toccherà ora a Draghi ricordarlo, per rispondere a chi gli chiede le dimissioni di Durigon.

In questa surriscaldata polemica estiva, lo storico Canali osserva che «Arnaldo in pubblico era un moralista tutto casa e chiesa ma ha avuto per anni un'amante a cui comprò anche degli appartamenti». Come se fosse l'unico fedifrago nella storia. Ancora, il richiamo di Canali al delitto Matteotti coinvolge Arnaldo, giornalista , in rapporti con gli esecutori del crimine che non sono mai stati dimostrati.

Come fondatamente indica Giulia Albanese, Arnaldo «non fu esclusivamente un fedele seguace del fratello, malgrado questa rappresentazione sia a lungo prevalsa, anche perché fortemente suffragata da Arnaldo stesso. Negli scritti e nella corrispondenza emerge in realtà una certa sua autonomia di posizioni, come quando gli fu proposta la presidenza della Provincia di Forlì, un incarico che il fratello gli ingiunse, senza successo né conseguenze, di rifiutare».

Dal 1928, Arnaldo conobbe tempi difficili: vittima con la moglie di un incidente d'auto, nel 1930 morì a soli vent'anni il figlio Sandro Italico, a cui è dedicato il volume di ricordi e riflessioni, Il libro di Sandro (Milano 1930). Con la perdita del figlio sembrò svanire anche la voglia di vivere del padre. Morì di infarto nel 1931.

Per ricostruire correttamente la storia, dunque, occorre ricordare che Durigon ha solo chiesto di restituire ad Arnaldo ciò che gli era stato tolto per ragioni politiche. Nulla di scandaloso. Sarebbe stato più corretto, anche per la memoria dei due eroi, dedicare loro un altro spazio, senza cancellare la Storia. Onore e non prepotenza. Per quanto riguarda Arnaldo, non si possono attribuire a lui le responsabilità e le colpe del fratello. Sono stati fascisti anche i giornalisti Montanelli e Giorgio Bocca, del quale si conoscono tristi dichiarazioni antisemite. Ma su di loro è caduto il perdono della storia con la conseguente celebrazione. A un amico di Montanelli, Marcello Staglieno, si deve un testo importante e documentato, che assolve il non colpevole: Arnaldo e Benito. Due fratelli.

Il tenore degli attacchi a Durigon , gli insulti e le menzogne sono vere e proprie

espressioni di squadrismo fascista. E, come Mussolini trovò sostegno nel Popolo d'Italia, i nuovi fascisti hanno il loro manganello nel Fatto (o Infetto?). La storia si ripete. Ma lasciate in pace Arnaldo,vittima di ipocriti.

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