E Conte isolato si rifugia dai comunisti

Respinto dai Verdi, il leader M5s cerca asilo politico dagli anti-Nato della Rackete

E Conte isolato si rifugia dai comunisti
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Giuseppe Conte cerca casa a Bruxelles. No, non c'è nessun trasferimento imminente per l'avvocato di Volturara Appula. Parliamo del M5s, che rischia di rimanere ancora senza un gruppo di riferimento nel prossimo Parlamento Europeo. Una «casa» politica, dunque. Che stavolta potrebbe essere la sinistra radicale di Gue/Ngl. Una forza politica composta, tra gli altri, da La France Insoumise del francese Jean Luc Mèlenchon. Ma anche dai greci di Syriza, il partito dell'ex primo ministro di Atene Alexis Tsipras. Un'allegra brigata estremista, di cui fanno parte anche gli spagnoli criptogrillini di Podemos. Nel gruppo parlamentare della Sinistra Unitaria Europea non c'è alcun problema a definirsi orgogliosamente comunisti. Infatti ne fanno parte anche il Partito Comunista di Boemia e Moravia e il Partito Comunista Portoghese. Quest'ultimo partito, insieme agli altri componenti di Gue/Ngl dell'Alleanza Rosso-Verde danese e di Podemos, fa parte della rete della Sinistra Anticapitalista Europea. Nel gruppo con cui sta trattando Conte ci sono anche i tedeschi di Die Linke. Il partito che candiderà Carola Rackete, comandante di nave Ong che si è scontrata con l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini quando il capo grillino era premier del governo Lega-M5s.

Un gruppo, quello della Sinistra, che ha posizioni anticapitaliste e anti-Nato. Una bella svolta, per il Movimento che si pregiava di essere «né di destra né di sinistra». Un'altra giravolta, rispetto alla precedente convivenza europea con i britannici pro-Brexit di Nigel Farage, con cui il M5s ha rotto nel 2019. Proprio l'anno della nascita del governo giallorosso, con la mutazione di Conte da alleato della Lega a sodale del Pd. Quattro anni fa, poco prima della caduta dell'esecutivo grilloleghista, i Cinque Stelle avevano già bussato alla porta della Sinistra europea. Ma avevano ricevuto un secco no, a causa del matrimonio politico con il Carroccio.

Questa, invece, potrebbe essere la volta buona. E i contatti tra Conte e i vertici della sinistra radicale sono in corso. Anche perché il rischio è che il M5s rimanga senza un gruppo a Bruxelles pure dopo le elezioni europee dell'anno prossimo. Gli eurodeputati grillini risultano tra i «non iscritti» dal 2019. Eppure hanno bussato un po' a tutte le porte. L'ultimo tentativo Conte l'ha fatto con i Verdi e si è beccato una porta in faccia. Sul no hanno pesato il veto degli ecologisti italiani di Angelo Bonelli e lo stop dei Verdi tedeschi. Questi ultimi non gradiscono le posizioni tutt'altro che filo atlantiche del M5s sulla guerra in Ucraina.

Un problema che non si pone con gli anti-Nato della Sinistra. Nel 2020 i macroniani di Renew Europe avevano spento sul nascere il corteggiamento grillino. Stessa cosa accaduta nel 2017 con i liberali dell'Alde. E ora Conte chiede asilo politico ai comunisti.

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