I militari turchi della Nato chiedono asilo da noi

Sarebbero almeno in trecento a essersi rifiutati di rientrare in patria per paura di ritorsioni

I militari turchi della Nato chiedono asilo da noi

Un centinaio di ufficiali turchi in servizio nei comandi Nato in Europa hanno chiesto asilo politico, dopo il fallito golpe di luglio. Alcuni anche in Italia, ma la domanda di protezione è stata presentata in altre nazioni alleate europee. Lo conferma una fonte della Difesa al Giornale. La notizia è saltata fuori giorni fa, senza dettagli su numeri e paesi. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha confermato che «alcuni ufficiali turchi impiegati con la Nato hanno chiesto asilo nelle nazioni dove lavorano». Un insidioso braccio di ferro con il governo di Ankara, ben poco pubblicizzato. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha sempre nutrito il sospetto di uno zampino alleato nel golpe.

«Un centinaio di ufficiali turchi presso i comandi Nato in Europa hanno chiesto asilo politico», spiega una fonte della Difesa. A casa nostra era trapelata solo la vicenda di due colonnelli, Halis Tunç e Ilhan Yasitli, fuggiti con le famiglie dalla Grecia, dove servivano come addetti militari all'ambasciata turca di Atene. Il 29 luglio erano sbarcati in Italia, prima che il loro governo annullasse i passaporti diplomatici. In seguito si sono diretti verso un altro Paese europeo per chiedere asilo politico. Uno dei due ha un fratello in Olanda.

Non si sapeva nulla, però, degli ufficiali turchi che prestavano servizio nelle strutture Nato in Italia e che non volevano rientrare in patria per timore di ritorsioni. Solo nei primi giorni dopo il fallito golpe sono stati arrestati 6mila militari e oltre cento generali ed ammiragli di tutte le armi.

«In Italia non ci sono state richieste ufficiali, ma alcuni militari turchi nelle strutture dell'Alleanza nel nostro paese hanno espresso l'intenzione di ottenere asilo politico in Europa», rivela la fonte del Giornale. E aggiunge: «Lo stesso comando della Nato li ha consigliati di presentare la richiesta in Germania, Olanda o Belgio». Nel nostro Paese ci sono solo due importanti centri Nato con personale turco: il quartier generale della Forza di reazione rapida di Solbiate Olona, in provincia di Varese, e il comando navale alleato di Napoli. Altri ufficiali di Ankara frequentano corsi di specializzazione, ma presso istituzioni militari nazionali.

Il segretario generale della Nato ha espresso preoccupazione «per i posti rimasti liberi» degli ufficiali turchi fuggiti, che Ankara sembra non voler rimpiazzare.

Altre fonti indicano che i militari e diplomatici turchi, non rientrati in patria per timore di finire dietro le sbarre, sarebbero almeno 300. Sicuramente il numero più alto di richieste di asilo ha riguardato la Germania. I dati ufficiali, che non riguardano solo i militari, lo confermano.

Lo scorso anno erano 1767 le richieste di asilo politico, che nel 2016 sono esplose a 4437 fino ad ottobre. Anche negli Stati Uniti, dove vive il predicatore miliardario Fetullah Gulen, accusato di aver ordito il golpe, ci sono state delle diserzioni. FBil

www.gliocchidellaguerra.it

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica