Milano. Un grande (e improbabile) «burattinaio» nero. È stato ancora una volta Roberto Jonghi Lavarini il protagonista della seconda puntata dell'inchiesta del giornale «Fanpage», trasmessa ieri sera nel corso del programma «Piazza pulita» su la 7.
Dopo la prima parte, dedicata alle relazioni che il «sottobosco» neofascista vantava con candidati ed eletti di Fratelli d'Italia (fra cui l'eurodeputato Carlo Fidanza) ieri è toccato alla Lega.
Simile lo spartito, con la suggestiva rappresentazione di contatti diretti fra dirigenti del Carroccio e un pezzo locale della galassia estremista, in questo caso raggruppata intorno alla sigla «Lealtà e Azione». A far da tramite fra l'ultradestra e gli esponenti lombardi dei due partiti, sempre lui: il cosiddetto «Barone nero», che nei video appare spesso, si accredita di un certo potere in termini di influenza e risulta impegnato come presunto collettore di risorse (in realtà inesistenti) promesse dal finto imprenditore (in realtà il giornalista).
Noto da oltre 20 anni come attore minore della politica locale, già presidente del Consiglio di zona 3 (prima della riforma dei Municipi) Jonghi finora era noto soprattutto per episodi imbarazzanti e posizioni nostalgiche prive di particolare seguito. «Folkloristico» lo definiscono nella destra milanese, per non dire macchiettistico. E folklore è appunto la categoria usata dalla leader di Fdi Giorgia Meloni, irritatissima per l'impatto mediatico che ha avuto il caso. «Ero stata chiarissima sui rapporti che non si devono avere con determinati ambienti - ha detto ieri a Dritto e rovescio - Su questo tema io sono estremamente rigida» ha aggiunto, rivelando di aver chiesto incredula a Fidanza (ora sospeso dall'incarico di capo delegazione in Europa): «Come ti viene in mente?». Meloni ha ribadito che «in FdI non c'è spazio per atteggiamenti nostalgici del fascismo, per ipotesi di razzismo, antisemitismo».
I politici coinvolti, intanto, rispondono sdegnati e annunciano azioni legali. Il consigliere regionale Max Bastoni parla di una «gogna», negando di aver mai coltivato idee razziste e minimizzando su Lealtà e Azione («ho aderito ad alcune loro iniziative che si occupano di sociale»), l'eurodeputato leghista Angelo Ciocca annuncia una querela nei confronti di Ionghi rendendo pubblico un sms di insulti che gli ha indirizzato. «Non ci hai dato - si legge - alcuna risposta concreta alcun ruolo operativo e nessuno spazio politico: solo chiacchiere e sorrisi. E poi sei scomparso senza farti più sentire». E anche la eurodeputata Silvia Sardone avrebbe reagito definendo «ridicolo» il tentativo di «darmi della fascista».
La Procura intanto sta acquisendo il materiale girato.
E al vaglio dei magistrati milanesi, oltre all'apologia del fascismo, ci sono le ipotesi di finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio. E il direttore di «Fanpage» ieri ha riferito anche di minacce subite dal suo cronista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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