E l'Occidente minaccia persino il boicottaggio ai Giochi 2024

Si addensano le nubi sulle Olimpiadi di Parigi, quando manca un anno e mezzo al via

E l'Occidente minaccia persino il boicottaggio ai Giochi 2024

Si addensano le nubi sulle Olimpiadi di Parigi, quando manca un anno e mezzo al via. Il motivo è la presenza eventuale ai Giochi degli atleti russi e bielorussi, per cui il Comitato olimpico internazionale è nel mirino delle federazioni locali. Oltre 30 nazioni, tra cui Italia (con la firma del ministro dello Sport, Andrea Abodi), Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania, hanno ribadito la contrarietà al ritorno di Russia e Bielorussia a competere a livello internazionale, almeno fino a quando non cesserà la guerra. Il tutto sottoscritto con un comunicato congiunto dove tutti questi Paesi hanno voluto rispondere alla recente apertura del Cio, che ha ipotizzato la riammissione degli atleti di Russia e Bielorussia in qualità di «neutrali».

Niente, da questo punto di vista non se ne parla; certo, non è così facile mettersi a un tavolo e prendere una decisione del genere in un attimo. La posizione dei Paesi sembra irremovibile. «La situazione in Ucraina continua a peggiorare e dunque non c'è ragione perché il Cio riveda la sua precedente sospensione - si legge nella nota sottoscritta dai governi e diffusa dal comitato olimpico britannico - Abbiamo dubbi su come gli atleti russi e bielorussi possano competere su basi di neutralità dal momento che vengono sostenuti finanziariamente dai Paesi di appartenenza. E poi ci sono stretti legami e affiliazioni tra gli atleti ed esercito russo».

Quindi, clamoroso boicottaggio in vista? Questo è prematuro, come ovvio, ma le antenne sono dritte e ogni evento sportivo internazionale da qui in avanti può essere spunto di riflessione o di ulteriore tensione. Basti pensare al caso dei Mondiali femminili di pugilato, in programma dal 15 al 31 marzo a Nuova Delhi: Irlanda, Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Svezia, Canada, Usa e ieri anche Svizzera e Olanda hanno deciso, questo sì, di boicottarli. Il motivo, la decisione della Federazione internazionale di ammettere russe e bielorusse, sulla spinta del presidente (russo) Umar Kremlev.

Dal canto suo comunque il Cio ha tenuto a precisare che «vanno presi in considerazione anche i diritti umani e non spetta ai governi decidere chi può partecipare alle competizioni sportive perché sarebbe la fine dei Mondiali e dei Giochi Olimpici così come li conosciamo».

Questo perché, come ribadito dal Cio, «stiamo cercando di trovare una soluzione che renda giustizia alla missione dello sport, che è unire, non contribuire a ulteriori scontri o escalation». Con tanto di auto-difesa: «Seguire la carta olimpica non rende il Cio complice della Russia, perché si può essere solidali con l'Ucraina senza accettare tutto ciò che chiedono».

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