Il «cuoco di Putin» non ci sta. Evgeny Prigozhin, imprenditore con interessi nel mondo della ristorazione e fondatore del Gruppo Wagner, il corpo paramilitare privato che ha svolto molti dei compiti più ignobili della guerra d'Ucraina, accusa - e non è certo la prima volta - di «alto tradimento» i vertici della Difesa in Russia. Mosca infatti avrebbe bloccato le forniture di munizioni all'armata, con l'intenzione di distruggerlo. «Il capo di stato maggiore e il ministro della Difesa - si sente in un audio pubblicato su Telegram - stanno impartendo ordini a destra e a manca per non consegnare munizioni alla Wagner, e di non contribuire al loro trasporto», ha detto Prigozhin, facendo riferimento rispettivamente a Valery Gerasimov e a Sergei Shoigu.
Prigozhin rende così palese una delle fratture in seno al potere russo, usualmente mantenute implicite nella rivalità fra le diverse fazioni, quella tra l'esercito ufficiale e una milizia chiaramente malsopportata dall'establishment di Mosca. «È una opposizione - spiega Prigozhin - diretta che non significa niente di meno di un tentativo di distruggere il nostro gruppo che è equivalente ad alto tradimento, nel momento in cui la Wagner combatte per Bakhmut, perdendo ogni giorno centinaia di mercenari». Secondo l'oligarca il fatto che vengano negate le munizioni al Gruppo Wagner nel momento in cui ne ha assoluto bisogno per combattere sul fronte più caldo della guerra significa chiaramente che «una manciata di militari ha deciso che questo era il loro Paese, il loro popolo, ha deciso che mercenari devono morire quando fa comodo a loro».
Già nei giorni scorsi Prigozhin si era lamentato dell'impossibilità per i militari della milizia privata ad accedere ai magazzini delle munizioni malgrado «l'industria abbia raggiunto la produzione richiesta» e malgrado «ogni giorno a causa della mancanza di munizioni muoiano il doppio di mercenari Wagner e di altre unità militari». Prigozhin aveva anche provocatoriamente chiesto presso chi dovesse intercedere, «ditemi chi è, così che i miei uomini sappiano per chi stanno morendo».
Prigozhin è uno degli oligarchi più vicini a Putin e per questo è stato colpito dalle sanzioni dell'Occidente. Anche se in base a un'inchiesta del Financial Times alle misure punitive internazionali sarebbero sfuggiti almeno 250 milioni di dollari di profitti da lui incassati negli ultimi quattro anni grazie alla gestione di risorse naturali attribuite al suo controllo in Paesi in guerra in cui operano i suoi contractor, come la Siria e il Sudan.
Teatri dove peraltro i miliziani Wagner, che secondo Washington fanno parte di «un'organizzazione criminale transnazionale», sono stati accusati di aver commesso gravi violazioni dei diritti umani al pari di quanto poi denunciato in Ucraina.
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