E Renzi rivela l'ultima trama Pd "Governo Conte ter guidato da Draghi"

Il leader Iv smaschera il blitz fallito: "Franceschini e Speranza sono andati dal leader M5s per convincerlo alla giravolta, garantendo che la Lega sarebbe uscita dalla maggioranza"

E Renzi rivela l'ultima trama Pd "Governo Conte ter guidato da Draghi"

Il Partito democratico, gran maestro dei giochi di palazzo, ha tentato di lanciare una scialuppa di salvataggio verso il Movimento 5 Stelle proprio nel bel mezzo della crisi del governo di Mario Draghi: quanto accaduto era già noto al Giornale ma il leader d'Italia Viva Matteo Renzi ha condito la ricostruzione di un'ulteriore conferma. Andiamo con ordine. Quando il leader dem Enrico Letta, poco prima del voto decisivo in Senato, è salito a Palazzo Chigi per incontrare il premier, lo ha fatto per un motivo che ha ritenuto importante: dire a Draghi che era riuscito a persuadere Giuseppe Conte. L'ex presidente del Consiglio gialloverde e giallorosso non aveva assicurato un sostegno pieno, convinto e continuativo sino a primavera: l'avvocato originario di Volturara Appula aveva aperto ad un voto di fiducia, uno soltanto, per evitare che l'esecutivo crollasse insieme alla legislatura, per poi passare all'appoggio esterno. Il fatto che Letta avesse avuto quella interlocuzione improvvisa con il premier, in una fase così complessa, non poteva che infastidire il centrodestra che nel frattempo stava insistendo sulla discontinuità per un Draghi bis con l'esclusione dei pentastellati, peraltro responsabili, loro sì, dell'innesto della crisi. Per farla breve: il centrosinistra o campo largo che dimostra di essere sempre uguale a se stesso, con intrighi e stratagemmi che l'Italia ha conosciuto e conosce bene. In pubblico, i dem prendevano distanze siderali dai grillini, dopo la messa in discussione dell'unità nazionale. Nei palazzi, gli stessi dem provavano a ricucire con un alleato a cui sembrano proprio non riuscire a rinunciare. Poi, subito dopo la caduta dell'esecutivo, Letta e compagni hanno dato il la ad una sfilza di accuse di «irresponsabilità». Quella di cui, per la narrativa del partito che ha sede al Nazareno, non può che essere protagonista ed artefice il centrodestra.

Due giorni fa, il fondatore di Iv Matteo Renzi, durante la presentazione del suo «Il Mostro», a Manduria, all'interno di una rassegna intitolata «A cena con» presso la Masseria Li Reni, con Bruno Vespa, ha riportato un episodio rivelando quali fossero le reali intenzioni dei manovratori del Pd: «Franceschini e Speranza sono andati da Conte dopo le dimissioni di Draghi a dirgli è il tuo momento. Fai una giravolta e dì che voti Draghi, e poi facciamo il Conte Ter a guida Draghi, tentando di buttar fuori la Lega. Il risultato è stato che né la Lega né Conte hanno votato la fiducia e siamo andati a casa. Non ha sbagliato soltanto qualcuno: la colpa politica è di Conte, ma ci sono stati una serie di passaggi poco intelligenti anche da Pd e altri», ha raccontato l'ex presidente del Consiglio. Insomma, non è stato soltanto Enrico Letta a provare a far cambiare idea all'ex «avvocato degli italiani» ma anche il ministro della Cultura ed il ministro della Salute hanno provato a corteggiare politicamente il junior partner, peraltro cercando di tagliare fuori dall'esecutivo almeno la Lega di Matteo Salvini. Lo schema che i dem avevano in mente era chiaro, tant'è che, in relazione all'episodio, Renzi ha usato una definizione precisa: «Conte-ter». Il Pd avrebbe voluto ridurre lo spazio concesso al centrodestra e proporre a Draghi una maggioranza più schiacciata verso le richieste e le istanze del campo largo.

Infatti, nel bel mezzo delle trattative, tanti parlamentari del Pd avevano iniziato a sbracciarsi parlando della necessità di rafforzare l' «agenda sociale», che poi è una delle formule linguistiche scelte dai pentastellati per segnalare la loro esistenza politica durante una discesa consensuale che è tuttora in corso.

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