Ecco il dossier McCarrick che imbarazza il Vaticano. "Ingannò anche Wojtyla"

La lettera con cui convinse il Papa: "Mai abusi sessuali". A Bergoglio "notizie incomplete"

Ecco il dossier McCarrick che imbarazza il Vaticano. "Ingannò anche Wojtyla"

Quattrocentosessantuno pagine, oltre 90 interviste in cui vengono descritti «abusi o aggressioni sessuali, attività sessuale non voluta, contatti fisici intimi e condivisione dello stesso letto senza contatti fisici» ma anche «abusi di autorità e di potere».

Sono le 14 ore italiane, le otto di mattina a Washington, quando il Vaticano diffonde l'atteso rapporto sul cardinale Theodore McCarrick, 90 anni, potentissimo ex arcivescovo di Washington che Papa Francesco ha espulso dal collegio cardinalizio e dimesso dallo stato clericale dopo aver accertato i suoi ripetuti abusi sessuali a danno di minorenni e seminaristi maggiorenni per decenni. Nel corposo dossier, frutto di due anni di indagine e documentazione, si passano in rassegna gli ultimi tre pontificati, ma nel mirino finisce quello di Giovanni Paolo II che non credette alle accuse mosse contro l'allora arcivescovo e lo promosse cardinale in una tra le sedi americane più prestigiose.

Le prime denunce anonime, si scopre dal dossier, sono della metà degli anni Ottanta. Molte le falle, gli errori di valutazione che hanno permesso a McCarrick la sua ascesa. Wojtyla, che conosceva McCarrick fin dal 1976, accoglie la proposta avanzata dall'allora nunzio apostolico negli Usa Gabriel Montalvo, di lasciar cadere la candidatura dell'arcivescovo alla sede di Washington. Il prelato sembra destinato a rimanere a Newark.

A cambiare radicalmente il corso degli eventi è una lettera indirizzata al Papa polacco, in cui McCarrick si proclama innocente: «Nei settanta anni della mia vita scriveva - non ho mai avuto rapporti sessuali con alcuna persona, maschio o femmina, giovane o vecchio, chierico o laico, né ho mai abusato di un'altra persona o l'ho trattata con mancanza di rispetto». Wojtyla si convince che l'arcivescovo statunitense dica la verità e stabilisce che rientri nella rosa dei candidati. Ed è lui infine a sceglierlo per la sede di Washington.

Il corposo documento, che esce subito dopo le elezioni presidenziali degli Stati Uniti, smonta anche le accuse mosse dall'ex nunzio apostolico negli Usa, Carlo Maria Viganò, che si è spinto a chiedere le dimissioni di Francesco perché, a suo dire, il Pontefice avrebbe sottovalutato le accuse contro McCarrick. Secondo il rapporto, invece, Viganò «non compie tutti gli accertamenti che gli erano stati richiesti» quando nel 2012 gli giunge una nuova denuncia e «non compie passi significativi per limitare le attività e i viaggi nazionali e internazionali di McCarrick». «Quando nel 2005 riemergono le accuse di molestie e abusi nei confronti di adulti, il nuovo Papa, Benedetto XVI, chiede rapidamente la rinuncia al cardinale statunitense, al quale aveva appena accordato due anni di proroga del mandato» scrive il direttore editoriale vaticano Andrea Tornielli. Dal 2006 McCarrick lascia dunque la guida della diocesi di Washington diventando un vescovo emerito. Dal Rapporto emerge che in questo periodo Viganò aveva segnalato ai superiori in Segreteria di Stato le informazioni giunte dalla nunziatura, sottolineandone la gravità. Ma, mentre lanciava l'allarme, anche lui comprendeva di non trovarsi di fronte ad accuse provate. Il cardinale Tarcisio Bertone presenta la questione direttamente a Benedetto XVI che decise di non aprire un formale processo canonico.

Arriviamo a Papa Francesco che, ritenendo «che le accuse fossero state analizzate e respinte da Giovanni Paolo II, e ben cosciente che McCarrick era rimasto attivo durante il pontificato di Benedetto XVI», non avverte la necessità di modificare «quanto stabilito

dai suoi predecessori». Tutto cambia con la prima accusa di abuso su un minore: dopo averlo espulso dal collegio cardinalizio, a febbraio del 2019, al termine di un processo canonico, il Papa lo riduce allo stato laicale.

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