La Lega prova a intervenire su quella che la deputata Simonetta Matone, ex magistrato, definisce «un'emergenza nazionale» del nostro tempo, il mercato illecito delle informazioni riservate.
Le indagini sembrano ormai all'ordine del giorno. Cosa prevede la vostra proposta di legge?
«Siamo partiti dalla necessità di intervenire vista la gravità del fenomeno, con l'introduzione di nuove fattispecie di reato. Esistono società commerciali di legalità dubbia che offrono servizi di dossieraggio su commissione o di rivendita di informazioni riservate presenti nei database pubblici. Il testo punisce chi abusivamente duplica, importa, divulga o detiene a scopo commerciale dati provenienti dalla violazione di un sistema informatico telematico protetto».
Come evidenziato dallo stesso procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, esiste un mercato delle informazioni riservate.
«Ed è quello che vogliamo colpire. Il testo si ispira, per la sua ampiezza, agli interventi normativi contro la pedopornografia, che puniscono tutte le condotte possibili e immaginabili. Così noi con due articoli colpiamo tutto il raggio d'azione che alimenta il mercato illegittimo delle informazioni. Dai committenti che le acquistano, fino a chi le diffonde».
Tra gli episodi emersi negli ultimi mesi quale ritiene più grave?
«Il caso Striano senza dubbio, perché nato all'ombra di un'istituzione che dovrebbe essere ritenuta super partes e inattaccabile per quello che rappresenta».
Vi sentite più esposti al rischio dossier
in quanto politici?«È agli atti che Striano avrebbe effettuato verifiche sulla maggioranza di governo. L'idea che la mia vita possa essere passata al setaccio anche nell'aspetto privato è qualcosa di inquietante».
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