Ecco tutti i nodi del programma sottoscritto dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle:
Flat tax solo a parole e una maxi rottamazione
Le aliquote diventano due. La flat tax, proposta del centrodestra, è entrata nel contratto di governo giallo-verde nella versione della Lega Nord, quindi con aliquota unica al 15%. Ma nel corso della trattativa le aliquote sono diventate due, così come gli scaglioni di reddito, che invece sono assenti nella tassa piatta originaria. L'idea è di fare pagare il 15% a chi ha redditi inferiori agli 80mila euro all'anno, il 20% a quelli superiori. Nel contratto non ci sarà comunque nessun accenno alle due aliquote. L'accordo è verbale. Il sistema prevede anche una serie di deduzioni che dovrebbero alleggerire il conto del fisco alle famiglie più numerose. Per coprire l'avvio, una maxi rottamazione delle cartelle, quindi un condono fiscale.
Età anagrafica e contributiva: 5 miliardi per fare quota 100
È uno dei punti fermi del contratto, già prima che i due partiti di maggioranza si incontrassero. La riforma della riforma Fornero dovrebbe consistere in un ritorno al sistema delle quote, cioè il requisito per la pensione dato della somma tra età anagrafica e quella contributiva. L'asticella sarebbe a quota 100, anche se la copertura prevista per la misura - 5 miliardi di euro per il primo anno - non sembra sufficiente a coprire un sistema di pensionamento così generoso. Tra gli altri punti dell'intesa, il ritorno della pensione per chi ha 41 anni di contributi (con la vecchia legge il limite era a 40), a prescindere dall'età anagrafica. Non è ancora chiaro se questo diritto sarà riservato solo ad alcune categorie.
Reddito di cittadinanza per due anni ai disoccupati
Tra i punti essenziali messi sul tavolo della trattativa dal Movimento cinque stelle c'è il reddito di cittadinanza. L'obiettivo che i grillini avrebbero concordato è di farlo partire dal 2019 con la previsione di 780 euro al mese per due anni a chi ha perso il lavoro. Sulle modalità e l'importo ci sarebbero però dettagli da limare. Ma soprattutto, la precondizione è che il contributo non diventi un aiuto a pioggia. Per metterla in pratica, è prevista una fase transitoria in cui verranno riformati i Centri per l'impiego. Si tratta di un ostacolo non da poco, considerando che una recente inchiesta sul funzionamento di questo servizio ha svelato che, a fronte di 8.000 dipendenti che vi lavorano, solo il 3% di chi vi si rivolge trova un'occupazione.
Pressioni per cambiare il patto Ue di Dublino
Sull'immigrazione ci sarebbe una sorta di patto per fermare qualsiasi iniziativa che porti alla cancellazione del reato di clandestinità. Previste inoltre procedure più snelle per i rimpatri degli immigrati irregolari e una forte stretta sugli sbarchi. Sulla lotta al traffico di esseri umani nel Mediterraneo c'è forte sintonia tra Lega e M5s, che fu tra i partiti ad appoggiare in modo chiaro l'iniziativa della Procura di Catania contro le navi delle Ong che pescavano migranti in mare, definite da Di Maio «taxi del mare». C'è accordo anche sull'avviare pressioni su Bruxelles perché cambi le regole del patto di Dublino che finora hanno penalizzato i Paesi costieri dell'Unione. Accordo più difficile invece sulla riapertura dei Cie, che piace alla Lega.
Ilva, la difficile tutela della salute e del lavoro
Alla fine anche sull'Ilva si sarebbe giunti a un compromesso, anche se è stato uno dei temi caldi, considerando che i Cinque stelle partivano da posizioni difficili da mandar giù per la Lega, come lo stop alla produzione dell'acciaio. I due partiti hanno individuato tre cardini per rilanciare la grande azienda di Taranto: la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini, questione da anni al centro di accese polemiche, la salvaguardia dei livelli occupazionali, il risanamento dell'area. Resta da capire se e come i tre punti possano essere realizzati contemporaneamente. Si va verso l'accordo anche sul taglio di alcune grandi opere per recuperare risorse. L'M5s aveva stilato una lista di 13 opere definite inutili: c'erano pure Tav e ponte sullo Stretto.
Regionalizzare i concorsi contro il viavai dei prof
Il tavolo per formare il governo ha inserito una serie di capitoli che riguardano scuola e famiglia. Per quel che riguarda l'istruzione, è prevista l'attuazione di un caposaldo delle politiche della Lega: lo stop alla transumanza dei professori da Nord a Sud. Per ottenere questo obiettivo, i due partiti che si accingono a formare il governo hanno previsto la regionalizzazione dei concorsi per l'insegnamento.
Il titolo di abilitazione, dunque, dovrebbe essere valido solo per la regione nella quale si vince la cattedra. I due partiti promettono attenzione anche a sport e ricerca. E per la famiglia si segnala l'intenzione di azzerare l'Iva che grava sui prodotti per l'infanzia, spesso soggetti a ricarichi di prezzo ingiustificati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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