Gli ultimi provvedimenti restrittivi stabiliti con il Dpcm varato domenica, hanno scosso profondamente gli italiani.
E hanno costretto a mutare abitudini consolidate, stili di vita, comportamenti dati un tempo per acquisiti.
Oltre che a provocare un dissesto economico di enormi proporzioni, non solo nelle categorie più coinvolte nelle limitazioni, ma anche in tutta la filiera, dai fornitori ai dipendenti, che ad esse fa riferimento.
Sul Dpcm si sono manifestati svariati giudizi. In particolare, si sono levate molte voci di dissenso, specialmente da parte dei settori economici coinvolti e anche da una larga fetta, se non la totalità, del mondo della cultura che si oppone alla chiusura di cinema e teatri.
Ci si può dunque domandare, nell'insieme, che effetti ha avuto il pronunciamento di Conte sulla fiducia nei confronti del Governo da lui presieduto.
Eumetra MR ha effettuato al riguardo, tra domenica e lunedì, un ampio sondaggio su di un campione di cittadini al di sopra dei 17 anni di età, rappresentativo dell'universo dell'elettorato del nostro Paese.
I risultati mostrano una forte radicalizzazione delle posizioni. In particolare e questo è il dato forse più significativo tra quelli che emergono dalla ricerca ben il 29% del campione intervistato (corrispondente dunque a quasi un italiano su tre) sostiene che il proprio livello di apprezzamento sull'operato dell'esecutivo è «diminuito» a causa dei provvedimenti di domenica.
A fronte di costoro, solo il 13% afferma di avere migliorata la propria opinione sul governo, mentre per il restante 55% è rimasta uguale. Tra il 29% che dichiara di avere accentuato il proprio dissenso sull'azione della compagine guidata da Conte si trovano in particolare le persone meno giovani (proprio coloro per cui il virus risulta più pericoloso), coloro che posseggono titoli di studio più elevati e i residenti al Nord.
Buona parte di chi afferma di avere in queste ultime ore accentuato la negatività del proprio giudizio sul governo, aveva maturato già in precedenza un parere sfavorevole sull'operato dell'esecutivo, che si è accentuato in questa occasione. Ma anche una quota significativa di chi prima esprimeva consenso sull'operato di Conte dichiara oggi di avere comunque peggiorato la propria opinione riguardo a quest'ultimo. Nell'insieme, il quadro dell'entità delle opinioni positive o negative sull'esecutivo rimane sostanzialmente stabile, ma, al tempo stesso, si accentua l'intensità dello scontento in chi si dichiara insoddisfatto.
In definitiva, anche questa indagine mostra come cresca la diffusione della rabbia in una parte significativa della popolazione del nostro Paese.
È uno scenario che nei giorni scorsi avevano preconizzato sia esponenti delle opposizioni, sia, anche, parlamentari dell'area governativa e che si va realizzando in questo momento. Con conseguenza difficili da prevedere. Ma la cui esistenza non può che preoccupare.
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