Effetto Fornero, crollano i nuovi pensionati

L'età del ritiro si allunga di 4 mesi, 34% di assegni in meno. I sindacati: cambiare rotta

Effetto Fornero, crollano i nuovi pensionati

Roma - Era un effetto voluto e previsto, ma i numeri del crollo delle nuove pensioni registrato nell'ultimo trimestre piomba nel bel mezzo del dibattito sull'introduzione della flessibilità per l'età del ritiro. Intanto che se ne discute, l'aumento dei requisiti per l'accesso alla pensione scattato a inizio anno ha inciso sull'andamento delle liquidazioni dei nuovi assegni: l'Inps ha reso noto che gli assegni liquidati complessivamente nel primo trimestre complesso sono stati 95.381 con un calo del 34,5% rispetto ai 145.618 del primo trimestre 2015. Dipende soprattutto dell'aumento della speranza di vita (quattro mesi in più per tutti). Fanno eccezione invece le donne del settore privato, per le quali c'è un incremento dei nuovi assegni perché tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016 sono uscite le nate nel primo trimestre del 1952 rimaste bloccate fino ad allora dalla riforma Fornero.

Il calo più ampio (-46,1%) è per le pensioni anticipate, visto che il requisito è passato da 42 anni e sei mesi per gli uomini a 42 anni e 10 mesi (per le donne basta un anno in meno). Giù anche gli assegni sociali, quelli destinati ad anziani privi di reddito o con un reddito molto basso, calati del 42,4%. Per ottenere l'assegno sociale infatti sono necessari 65 anni e sette mesi di età, contro i 65 e 3 mesi fino a fine 2015).

I sindacati confermano: nessuna sorpresa. E tornano a chiedere di introdurre maggiore flessibilità in uscita tenendo conto dei diversi lavori e senza penalizzare troppo i lavoratori. Il Governo è impegnato nella ricerca di una soluzione sostenibile per i conti pubblici, come il prestito pensionistico o l'uscita anticipata con una penalizzazione (almeno il 3-4% dell'assegno per ogni anno di anticipo) ma questo potrebbe dare problemi nel breve periodo per l'esborso immediato per le pensioni mentre il recupero avviene nel tempo. «Non intendiamo mettere a rischio la stabilità dei conti - dice il vice ministro dell'Economia, Enrico Zanetti - inserendo in questa fase economica elementi di incertezza». «Discutiamo se è realizzabile - replica leader Cgil, Susanna Camusso - che questo Paese continui ad avere una norma pensionistica che non dà prospettive ai giovani, che non permette a quelli che non ce la fanno più di andare in pensione, che non risolve il tema degli esodati.

Quando si parla di prestito - spiega la leader Cgil - si parla di pensioni che valgono 900-1000 euro al mese, che cosa si presta?». La Cisl accusa la rigidità della legge Fornero e il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo, invoca «flessibilità in uscita senza oneri per chi deve andare in pensione».

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