Effetto Giorgia: Fratelli d'Italia balza al 30%

Quattro italiani su dieci imputa la situazione economica stabile italiana al governo

Effetto Giorgia: Fratelli d'Italia balza al 30%
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Comincio come sempre a esplorare gli eventi che hanno colpito di più l'opinione pubblica durante la settimana appena trascorsa. Ebbene, la guerra (non solo in Medioriente, ma anche tra Russia e Ucraina) supera tutti gli altri eventi coinvolgendo il 51% degli italiani. Tutti gli altri eventi, compreso il maltempo in Italia, il raduno della Lega a Pontida, il dibattito sulla manovra finanziaria del Governo e la stessa crisi economica, risultano marginali rispetto alla percezione della guerra.

Quanto alla percezione dell'andamento dell'economia, gli italiani pensano, in grande maggioranza, che l'economia del Paese sia stabile o in aumento: la popolazione quindi, in questo momento, manifesta nei confronti dell'economia un giudizio positivo. Se si sommano coloro che pensano ad un'economia in crescita e coloro che pensano ad un'economia stabile, la grande maggioranza degli italiani (71%) si dimostra ottimista nei confronti della situazione economica in essere.

Quanto al «merito» di questa situazione positiva, quattro italiani su dieci pensano al governo, mentre un italiano su dieci lo imputa ai movimenti di import/export tra Paesi, e sempre un italiano su dieci ritiene la stabilità e la crescita un prodotto delle aziende, o delle industrie o della popolazione nel suo complesso. In un certo senso, l'Italia migliore, nelle sue componenti, ha partecipato e partecipa alla propria crescita

Il terzo argomento del nostro sondaggio è dedicato ai singoli protagonisti, o enti protagonisti. In visibile crescita è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che guadagna ben tre punti tornando verso il suo traguardo preferito che è «70» Il Governo, forse in funzione delle previsioni Istat sul Pilnazionale, perde un punto, seguito in questo dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, in ogni caso, dimostra un'ottima tenuta.

Esaminiamo adesso la «fiducia nei ministri». Come si può vedere, le cinque posizioni in classifica sono ricoperte da 14 ministri, quasi a pari livello tra di loro. Si tenga conto che la «fiducia nei ministri» è relativamente stabile nel tempo come lo è stata, in precedenza, in altri governi: questa stabilità di giudizi si ripercuote anche nella fiducia nei leader in cui gli spostamenti sono minimi tra una rilevazione e l'altra.

L'ultimo argomento, ma non ultimo in termini di interesse, è le «intenzioni di voto». Queste intenzioni sembrano essere ormai quasi cristallizzate. Nel corso delle ultime settimane le «intenzioni di voto» hanno mantenuto una grande stabilità, come del resto è avvenuto anche nel corso di governi precedenti.

Gli scostamenti marginalmente positivi hanno riguardato i due partiti maggiori, cioè Fratelli d'Italia e Pd, oltre ad Azione che ha ricevuto beneficio dal «chiasso» che ha circondato quel partito.

Dato il momento più ansiogeno del consueto che abbiamo vissuto nell'ultima settimana, viene in mente una frase tratta dall'Antico Testamento «a chi più ha, più sarà dato».

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