
I dazi e il riarmo. Ma anche le convulsioni della politica interna, con un Romano Prodi che non te l'aspetti a tirare i capelli a una giornalista. Perfino i sondaggisti sono «disorientati» di fronte a quella che sembra una tempesta perfetta in grado di mandare in confusione l'opinione pubblica, tramortita da una rivoluzione senza precedenti dell'ordine globale così come lo abbiamo conosciuto fino a oggi. Una difficoltà, quella di chi si occupa di rilevazioni, segnalata anche dalla direttrice di Euromedia Research Alessandra Ghisleri, al Caffè della domenica della Versiliana. Gli sconquassi epocali, insomma, rendono perfino difficile rilevare le tendenze - politiche e non dell'elettorato. «Gli elettori di tutti i partiti sono preoccupati per i dazi dice a Il Giornale Renato Mannheimer, direttore dell'Ispo (istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione) anche quelli della Lega sono preoccupati, anche se un po' meno rispetto a chi vota per gli altri partiti, soprattutto per il Pd».
Mannheimer, però, puntualizza: «L'opinione pubblica è sconquassata soprattutto dai dazi, nello specifico, infatti gli elettori del centrodestra continuano a stimare Trump, pur essendo preoccupati per i dazi. Ma questo aspetto potrebbe cambiare anche la popolarità generale di Trump». «È la prima volta che vedo una cosa così trasversale tra i partiti, che di solito sono in disaccordo su tutto, anche sulle previsioni del tempo», annota il sondaggista. Che vede anche nel no al riarmo e nel «pacifismo», una «tendenza crescente, un mercato elettorale crescente nel quale i partiti si buttano».
L'analisi è condivisa da Nicola Piepoli, fondatore dell'omonimo istituto di sondaggi. «La paura per i dazi è totalmente fuori dagli schieramenti, che avranno un rimescolamento tra pro e contro quello che sta facendo Trump. C'è un rimescolamento sia a destra sia a sinistra, dove ci sono favorevoli e contrari al netto dei due schieramenti», ci spiega Piepoli. Che aggiunge: «Stiamo vivendo una rivoluzione, che trova la maggioranza degli elettori disorientata. Sono coordinate mai viste, non c'è una soluzione politica, c'è solo una situazione caotica». E, dunque, per Piepoli «siamo nel caos, punto». Il sondaggista, poi, chiude con una battuta e un pizzico di ottimismo: «È molto difficile orientarsi, anche per noi a livello scientifico, è un periodo, per ora, di disorientamento generale. L'unico orientamento preciso, direi, è che siamo confusi. Ma nel lungo periodo non dobbiamo perdere l'ottimismo e sicuramente sarà anche più facile avere delle tendenze da parte dell'elettorato». D'altronde, conclude, «noi siamo l'Occidente e l'Occidente è ancora la patria' dei cervelli».
Lorenzo Pregliasco, di YouTrend, resta più o meno sulla stessa scia dei suoi colleghi, confermando la descrizione di un panorama caotico, terremotato dall'imposizione dei dazi da parte di Donald Trump. «I dati che abbiamo dicono che i dazi sono particolarmente invisi all'opinione pubblica italiana, in modo trasversale, chiaramente la contrarietà è un po' meno forte nell'elettorato di centrodestra, ma i dazi spaventano anche lì e sono visti negativamente», dice al Giornale Pregliasco. «È l'effetto Trump, o l'effetto dazi», prosegue l'esperto.
Secondo Piepoli, «a destra come a sinistra ci sono elettori più favorevoli o meno al riarmo o alle azioni di Trump, creando spaccature in entrambe le coalizioni». Mentre Mannheimer conclude: «In media tre elettori su quattro, in generale, sono preoccupati».
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