Anche in questo caso gli exit poll sembrano smentiti dai dati reali emersi durante la nottata. Israele si risveglia con la quasi certezza di vedere, da qui ai prossimi giorni, la nascita del quinto governo di Benjamin Netanyahu. Anche se non manca la frammentazione all'interno del nuovo parlamento israeliano.
La consultazione tenuta ieri, finita con un'affluenza di poco più bassa rispetto a quella del 2015, è una delle più sentite degli ultimi 20 anni, con una campagna elettorale che fino alla fine non risparmia colpi tra i principali contendenti. Del resto, in palio c'è il rinnovo della Knesset, il parlamento israeliano.
Lo Stato ebraico ha un sistema parlamentare, dunque è l'organo legislativo ad indicare il premier: il capo dello Stato dà un primo incarico esplorativo, di norma, a chi detiene la maggioranza relativa.
Ecco perchè è così importante capire chi conquista più seggi. Alle 21:00 le tre principali tv israeliane pubblicano i primi exit poll: come prevedibile, è testa a testa tra Bianco e Blu, la formazione guidata da Benyamin Gantz, ed il Likud, il partito dell’uscente premier Benjamin Netanyahu, per la maggioranza relativa. Molto indietro invece le altre formazioni politiche.
Nei primi dati però, si evidezia l'avanzata di Bianco e Blu a discapito del Likud. Durante la nottata il quadro sembra variare: quando si è giunti al 96% delle schede scrutinate, la situazione vede i due principali partiti in perfetta parità: 26% dei voti a testa, 35 seggi in parlamento per entrambi.
Molto indietro, come detto, tutte le altre formazioni politiche a partire dal Partito Laburista, il quale perde dodici seggi rispetto al 2015: la formazione di centro - sinistra, in base ai dati fin qui raccolti, porta in parlamento 6 parlamentari a fronte dei 18 della Knesset uscente. La terza forza politica, a sorpresa, è quella del partito ultra ortodosso dei Giudaici Uniti nella Torah, i quali incassano 8 seggi, stesso numero per lo Shas, anch'esso della destra religiosa. Fuori invece i liberali di Zehut famosi per aver impostato la campagna elettorale con la proposta della legalizzazione della cannabis, così come a sorpresa la Nuova Destra. Yisrael Beytenu di Avigdor Liberman supera a fatica lo sbarramento e nella nuova Knesset avrà 5 deputati, stesso numero per la lista Destra Unita.
Nel centro sinistra la sorpresa è rappresentata dalla formazione araba Hadash - Ta’al, la quale ottiene 6 seggi, ossia lo stesso numero del Partito Laburista. Dentro, ma per poco, l'altro partito arabo formato dalle Liste Arabe Unite che conquistano complessivamente 4 seggi. Discreta affermazione della formazione centrista Kulanu, la quale supera la soglia di sbarramento del 3.25% ed ha 4 seggi nella nuova legislatura.
Complessivamente comunque, è il blocco di centro - destra a poter essere maggiormente accreditato per la formazione di un esecutivo: lo scenario quindi, pur vedendo il Likud appaiato alla formazione di Gantz, dovrebbe premiare Netanyahu che andrebbe quindi a formare un esecutivo orientato verso la destra secolare e religiosa. La coalizione di centro - destra, se i risultati fossero confermati e considerando anche i centristi di Kulanu, dovrebbe contare su 65 deputati su 120. Senza i centristi, scenderebbe a 61 ma in ogni caso duqnue Netanyahu avrebbe i numeri per la nuova maggioranza.
Ieri sera entrambi i candidati principali alla carica di premier, dai propri comiati elettorali hanno cantato vittoria: "Il popolo d'Israele ha parlato - dichiara Gantz - Grazie alle migliaia di attivisti e a oltre un milione di elettori, in queste elezioni, c'è un chiaro vincitore e un chiaro perdente. Netanyahu ha promesso 40 seggi e ha perso". Ma il premier uscente non ha tardato a replicare, proclamando invece la sua vittoria: "Ringrazio i cittadini di Israele per la loro fiducia - esclama Netanyahu - inizierò a formare un governo di destra con i nostri partner naturali già stanotte". Il premier allude, in primis, a Shas e Giudaici uniti nella Torah. Pronte le trattative con gli altri partiti tradizionalmente più a destra.
Da Ramallah, sede dell'Autorità Nazionale
Palestinese, non giungono al momento reazioni ufficiali da parte dei massimi dirigenti palestinesi. Come detto in precedenza, una rappresentanza araba nella futura Knesset è comunque prevista nonostante i timori della vigilia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.