A Bruxelles già c'è chi, tra gli eletti Pd, la ha ribattezzata «La Stangata», in memoria del celebre film con Robert Redford e Paul Newman. A farne le spese è Elly Schlein, che sta scoprendo, amaramente, che è assai più facile comandare al Nazareno che a Bruxelles. Dove basta distrarsi un attimo e si prendono ceffoni.
«Le trattative per gli incarichi europei le gestirò direttamente io». La segretaria Pd, forte del suo risultato elettorale e del ruolo di prima delegazione all'interno del gruppo Pse nel Parlamento di Strasburgo, era stata chiara e netta con i suoi parlamentari. E aveva spiegato di aver rinunciato al posto che spettava di diritto al partito, quello di capogruppo di S&D (Socialisti e Democratici), cedendolo agli spagnoli, nonché alla presidenza della Commissione Economica, che era presieduta dalla dem Irene Tinagli, in cambio di un pacchetto sostanzioso di posti da distribuire: una vicepresidenza del Parlamento, due presidenze di commissione, il posto di vice-presidente del gruppo (con futuribile subentro a metà legislatura, al posto della spagnola Perez) per la schleiniana Laureti, e quello di capo-delegazione italiana.
Non è andata così, e i compagni Pse, che la hanno festeggiata dopo il voto, poi hanno fatto a gara a fregarle le poltrone in palio: solo giovedì scorso Elly ha scoperto che la presidenza della Commissione Sviluppo regionale, che aveva promesso all'ex sindaco di Bari Antonio Decaro, le era sparita sotto al naso, catturata dalla delegazione socialista rumena. Eppure, aveva raccontato la segretaria, c'era un accordo addirittura col premier di Bucarest per garantirla agli italiani. La sorpresona rumena ha scatenato violenti malumori tra gli europarlamentari Pd: «La segretaria ha preteso di centralizzare tutta la partita su di sé, per usare i posti per gli equilibri interni. Ma poi lei sta a Roma, non conosce i meccanismi Ue, non ha nessuno che la consigli e prende una buca dietro l'altra», si sfogano a microfoni chiusi.
Risultato: il Pd avrà una sola presidenza, quella della Commissione Ambiente. Elly ci avrebbe voluto mettere la «sua» Annalisa Corrado ma la aveva spuntata internamente assai più esperta Alessandra Moretti. Che venerdì però è stata defenestrata in corsa per lasciare il posto a Decaro, rimasto senza incarichi. «Ma tutti sanno che tra sei mesi Decaro se ne andrà per candidarsi in Puglia al posto di Emiliano, che figura ci facciamo?», lamentano dal Pd. Schlein aveva già provato a sistemare Decaro (concorrente temibile, che ha preso molti più voti di lei alle Europee e fa parte dell'area riformista) come vice-presidente del Parlamento europeo. Ma lì la ha spuntata l'uscente Pina Picierno (nella foto), combattiva riformista campana che aveva l'appoggio diretto della presidente riconfermata Metsola. E intanto la delegazione Pd a Bruxelles rimane senza guida (e senza bussola, come dimostrano i confusi voti sull'appoggio all'Ucraina, in cui i dem si sono variamente divisi).
Schlein vorrebbe come capo-delegazione Nicola Zingaretti, e lui non aspetta altro, ma il clima interno adesso non è dei migliori. Al punto che l'uscente Brando Benifei, che per ora fa il supplente, punta sulla confusione e i malumori crescenti, dopo la sberla presa dalla segretaria, per farsi riconfermare dal gruppo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.