L'ultimo miglio. Altri dieci giorni, poi via le mascherine all'aperto e di nuovo a ballare. La proroga delle misure in scadenza ieri è stata decisa dal Consiglio dei ministri, convocato appena conclusa la corsa al Quirinale. Una riunione lampo, durata mezz'ora, che ha lasciato in sospeso tutte le altre questioni.
La linea di un graduale ritorno alla normalità viene confermata dal sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri: «Credo che il 31 marzo lo stato d'emergenza non sarà prorogato e per la fine del mese avremo abbandonato tante di quelle restrizioni che oggi abbiamo», sottolinea ipotizzando anche un «ripensamento» del pass. Che intanto da oggi, primo giorno di obbligo vaccinale per gli over 50, servirà anche per entrare nei negozi. Ieri intanto è stata decisa la mini-proroga dell'obbligo di mascherina, della chiusura dei locali da ballo e del divieto di concerti e feste all'aperto, in attesa che si consolidi il trend di diminuzione dei contagi. Ma è già molto per il settore del divertimento, che chiedeva una data certa per la ripartenza, indicando quella del 14 febbraio. C'è voluta la mediazione di una parte dei ministri, soprattutto della Lega, per ridurre la proroga, perché in un primo momento si era deciso di prolungare ulteriormente lo stop. Poi è intervenuto il titolare del Turismo, Massimo Garavaglia, facendo notare che a San Valentino sarebbe stato difficile far rispettare il distanziamento sociale. Il premier Mario Draghi ha deciso così di rivedere il timing anticipando la riapertura delle discoteche al 10 febbraio. «Che sia l'ultima proroga», avverte Maurizio Pasca, segretario del Silb. Ieri scadeva pure l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto in zona bianca, ma si è preferito prorogare anche questa misura, nonostante i pareri discordanti dei virologi sulla sua utilità. È un'ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, a stabilire che per altri 10 giorni dovremo tenere le protezioni sul viso non solo al chiuso. A breve arriverà la copertura normativa con un decreto legge, domani stesso, con il prossimo Cdm che deve affrontare le altre questioni in stand-by, che poi sono anche le più delicate, come quelle della scuola. Le decisioni erano attese ieri, invece sono state affrontate soltanto al termine del Cdm in una riunione a tre tra il premier Draghi e il ministro Speranza e quello dell'Istruzione Patrizio Bianchi. Segno della delicatezza dei temi sul tavolo, in particolare quello delle norme sulla quarantena. I presidenti di Regione chiedono di allentare le misure, ma nel governo c'è chi invoca una maggiore prudenza. I governatori vogliono che siano uniformate le regole di elementari, medie e superiori e che i ragazzi vadano in dad solo al terzo caso di positività in classe, semplificando le procedura dei tamponi per i più piccoli, che stanno mettendo in crisi famiglie e istituti. Si va verso anche verso l'equiparazione delle quarantene scolastiche con quelle in vigore per tutti i cittadini, che potrebbero dunque passare da 10 a 5 giorni per gli studenti che hanno completato il ciclo vaccinale primario.
Nel Cdm di domani dovrebbe essere ufficializzata anche l'estensione della validità del green pass, che sarà senza scadenza per chi ha effettuato la terza dose e durerà 6 mesi per chi ne ha due. Gli altri temi all'ordine del giorno sono l'eliminazione del sistema dei colori, tranne la zona rossa, e una diversa classificazione dei ricoveri, che verranno distinti tra quelli «con» e «per» Covid.
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