Dai cinghiali ai gabbiani, dai cassonetti strabordanti alla diossina. Roma è alle prese con l'emergenza rifiuti, e con un caldo da piena estate ci mancava anche l'incendio nell'impianto Tmb (trattamento meccanico-biologico) di Malagrotta a mettere in crisi un sistema già più che zoppicante. Le fiamme che ieri non erano ancora spente hanno spinto il sindaco Roberto Gualtieri a emanare un'ordinanza che, per 6 km intorno all'impianto e per due giorni, impone la chiusura di asili e centri estivi, vieta il consumo di carne e verdure prodotte nell'area, proibisce di far pascolare o razzolare animali e di nutrirli con foraggi raccolti sul posto. Si raccomanda anche lo stop alle attività sportive all'aperto e di chiudere le finestre «in caso di fumi persistenti e maleodoranti». Parlando in Campidoglio, poi, il sindaco conferma che l'incendio è stato «un colpo per la città e per il sistema di governance dei rifiuti», spiegando che almeno uno dei due Tmb presenti a Malagrotta è indenne, e spente le fiamme potrà ripartire. Allo stato, però, sono 10mila le tonnellate di rifiuti che la capitale non sa come smaltire, e più di metà dipendono dall'impianto Tmb2 messo definitivamente ko dall'incendio, anche se il sindaco, dopo la cabina di regia convocata in prefettura, spiega di aver già ricevuto la disponibilità di un impianto di Aprilia. E per evitare i rifiuti in strada, il primo cittadino conta di cavarsela con siti di stoccaggio temporaneo. Ma quanto al «sistema», Gualtieri spiega di essere «alla ricerca di nuove soluzioni per il trattamento di queste tonnellate e degli sbocchi successivi al trattamento che come noto sono due: termovalorizzatore o discarica». Rilanciando, così, un tema più scottante del rogo di Malagrotta: il termovalorizzatore. Non previsto nel piano rifiuti della Regione, osteggiatissimo dai Cinque stelle, nel Lazio al governo con Zingaretti. E gli esponenti M5s in Campidoglio sono i primi a reagire, ricordando come «l'inceneritore ha ben poco a che vedere con l'attuale emergenza».
Decisamente pro-termovalorizzatore è Forza Italia. Se Maurizio Gasparri ironizza sull'esistenza di un assessore regionale ai rifiuti e rinfaccia al governatore Zingaretti proprio l'assenza del termovalorizzatore dal pianto regionale, il coordinatore nazionale Antonio Tajani presenta un'interrogazione alla Commissione europea sul rogo, chiedendo «una maggiore flessibilità nell'applicazione del Pnrr, in modo da destinare più fondi per la costruzione di impianti di trattamento dei rifiuti» e caldeggiando l'inserimento tra le priorità della Ue anche dei termovalorizzatori. Un punto su cui Fi converge con Gualtieri, a cui il partito chiede un incontro pubblico per affrontare l'emergenza, ricordando che il Campidoglio «ha finora adottato misure assolutamente insufficienti». Un invito a cui Gualtieri replica indirettamente chiedendo «coesione» e «collaborazione istituzionale» tra le forze politiche e non «polemiche strumentali». Quanto all'incidente di Malagrotta, il quarto che riguarda un impianto di stoccaggio dei rifiuti, è ancora Tajani a chiedere «che i ministri dell'Ambiente e dell'Interno vengano a riferire immediatamente in Parlamento» per capire «se ci sono responsabilità».
A cercarle, per ora, è la procura di Roma che indaga sul rogo per incendio colposo e che ha dato incarico al Noe di verificare eventuali analogie con gli altri incendi che hanno interessato in passato impianti rifiuti a Roma, dal Salario a Rocca Cencia.
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