La campagna elettorale è iniziata e il tema immigrazione è tornato di attualità. Soprattutto per la Lega. Dopo la raffica di sbarchi delle ultime ore, il vicesindaco di Lampedusa Attilio Lucia non ha scritto al ministro Lamorgese ma al leader della Lega. Lucia e Salvini sono costantemente in contatto: «Cambio l'agenda e arrivo da voi per portare soluzioni e idee che già avevamo messo in pratica con successo», ha annunciato Matteo Salvini che sarà sull'isola il 4 e il 5 agosto.
Il leader della Lega rispolvera i grandi temi da competizione elettorale mai sopiti. Su Twitter scrive della necessità di «tornare a difendere i confini italiani dopo i ripetuti fallimenti della Lamorgese»: chi lo farà? «Il prossimo ministro dell'Interno. Voi che ne dite Amici?», chiede ai suoi follower postando una sua foto, sullo sfondo un barcone di migranti e la frase «torna la sicurezza, torna il coraggio». Un post che è sembrato quasi un'autocandidatura al ruolo di capo del Viminale, incarico che lo stesso ha ricoperto già nel governo gialloverde.
«Sbarchi continui non solo a Lampedusa», sottolinea in tv a poche ore dalle dimissioni di Draghi e lo scioglimento delle Camere. «Sull'assunzione delle forze dell'ordine, sulla certezza delle regole, sulle espulsioni per chi non merita saremo assolutamente intransigenti».
E non manca neppure l'attacco alle Ong. Sui social network Salvini riposta un commento di Luca Casarini, capo missione della ong Mediterranea Saving Humans, che lo aveva definito «pallone gonfiato» scrivendo anche «ci vediamo presto». Il leader della Lega così risponde alle neanche tanto velate minacce: «Che cosa dite, questo gentiluomo dei centri sociali, mi sta insultando oppure mi sta forse invitando a un aperitivo?...».Il dossier immigrazione piomba improvvisamente nell'attualità di una campagna elettorale dove il centrosinistra, tra evocazioni dell'agenda Draghi e moralismo spinto contro il centrodestra cerca di darsi un perché. E però la realtà dei fatti incombe, a spese della costa siciliana e in particolare di Lampedusa dove il centro di accoglienza, è congestionato, fino a toccare quota 1500 occupanti a fronte di una capienza massima di 350, con quel che concerne sia per gli immigrati ospitati, sia per il personale di assistenza e le forze dell'ordine.
E il tema dei flussi diventa centrale. «Lampedusa in emergenza continua Salvini - il 25 settembre gli italiani potranno finalmente scegliere di cambiare: tornano sicurezza, coraggio e controllo dei confini».
Ancora dalla Lega, il senatore Tony Iwobi parla di «sbarchi fuori controllo. La politica dei porti aperti si dimostra sempre più fallimentare». Da Fratelli d'Italia, intanto, la deputata Ylenja Lucaselli accusa che l'Italia sia diventata un «approdo isolato di un flusso destinato a crescere». Ed annuncia: «Il centrodestra, quando sarà al governo, si farà promotore di un cambio di passo in sede europea». Uno stato di cose che conferma ancora una volta come l'ultimo piano di condivisione europea non abbia suscitato alcun effetto.
Vedendo invece a quel che sta accadendo sulle nostre coste, peraltro, risulta ancora più significativo (non positivamente) il fatto che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo discorso programmatico al Senato su cui si
è definitivamente consumata la crisi, non abbia per nulla citato la questione migratoria.Una responsabilità che per Salvini pesa sulla testa dell'ex premier e che il leader della Lega non ha mai smesso di fargli presente.
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