Emilia Romagna, sfida finale: chi vince può stravolgere tutto

L’attesa per l'esito delle Regionali in Emilia-Romagna si fa palpabile. Il governatore uscente Stefano Bonaccini, la leghista Lucia Borgonzoni e il grillino Simone Benini si giocano tutto nel voto di domenica

Emilia Romagna, sfida finale: chi vince può stravolgere tutto

L’attesa per il voto in Emilia-Romagna si fa palpabile. Il futuro del governo giallorosso è in bilico e Matteo Salvini scalpita e spera nel colpaccio, mentre i tre principali candidati sembrano ricoprire un ruolo da comprimari.

Il programma del candidato del Pd, Stefano Bonaccini

Il governatore uscente Stefano Bonaccini, eletto cinque anni fa col 49% e 20 punti di distacco sull’avversario, si ripresenta sostenuto da sei liste: Pd, +Europa, Europa Verde, Volt, Emilia Romagna coraggiosa e Bonaccini presidente. Il suo slogan è “Un passo avanti. Anzi 4” perché il suo programma si prefissa di realizzare “quattro obiettivi strategici declinati in idee e progetti ambiziosi ma concreti”. Il candidato del Pd, infatti, intende fare dell’Emilia Romagna la Regione della “conoscenza” offrendo asili nido gratuiti per tutti e garantendo “borse di studio scolastiche e universitarie e servizi adeguati a tutti coloro che per merito e condizioni sociali ne avranno diritto, come prescrive l’articolo 34 della Costituzione”. Bonaccini propone, inoltre, “più educazione alla musica e allo sport” e l’introduzione dello studio dell’inglese già a partire dagli asili nidi e dalle scuole d’infanzia. Secondo la visione di Bonaccini, l’Emilia-Romagna è la “regione dei diritti (e dei doveri)” e pertanto il governatore uscente, per la prossima legislatura, si prefigge due obiettivi: abbattere le liste d’attesa per le visite mediche così da raggiungere “gli standard fissati” e “investire ulteriormente in innovazione e competenze, professionisti e tecnologie per far in modo che tutti i cittadini possano accedere, gratuitamente, ai migliori trattamenti che il progresso scientifico offre”.

Il libro dei sogni del governatore uscente prevede un aumento ulteriore del “Fondo Regionale per la Non Autosufficienza, già ora il più consistente d’Italia”. Bonaccini, poi, rivendica di aver istituito per primo una legge sui caregiver e promette di “sostenere con più forza le migliaia di figli, mogli, mariti, genitori e amici che si prendono cura e assistono anziani e disabili gravi o gravissimi”. In agenda c’è spazio anche per un nuovo Piano Casa“come da troppi decenni non se ne sono più visti nel nostro Paese”. E ancora: “Impegneremo il prossimo triennio a trasformare radicalmente i Centri per l’Impiego per garantire servizi di standard europeo”. Un ulteriore passo avanti viene annunciato “con la realizzazione delle Case della salute e degli Ospedali di comunità”, ma anche con “l’apertura di nuovi servizi per l’infanzia in Appennino perché è essenziale che le giovani coppie restino o tornino a vivere in montagna”. Il quarto pilastro riguarda “la sostenibilità”. La sfida di Bonaccini è molto chiara: “Vogliamo essere regione capofila nel cogliere gli obiettivi indicati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e quelli del Green New Deal della Commissione Europa, prevedendo la neutralità climatica entro il 2050 e il passaggio al 100% di energie rinnovabili entro il 2035”. In campo ambientale le promesse sono tante e ambiziose: avere “quattro milioni e mezzo di alberi in più” e raggiungere l’obiettivo del 100% di rifiuti riciclati.

I candidati in Emilia Romagna
Infografica a cura di Alberto Bellotto

Il programma della candidata della Lega, Lucia Borgonzoni

La candidata del centrodestra Lucia Borgonzoni, sostenuta dalla Lega, da Forza Italia, Fratelli d’Italia, dal Popolo della Famiglia – Cambiamo insieme per l’Emilia Romagna, la lista Giovani per l’ambiente e Borgonzoni presidente, ha incentrato la sua campagna elettorale sull’esigenza di liberare la Regione dal predominio rosso che dura ormai da 70 anni. “Liberiamo l’Emilia-Romagna da chi l’ha sempre trattata come una cassaforte di partito, diamo spazio al merito, al sacrificio, all'impegno, all'ingegno e alla laboriosità degli emilianoromagnoli”, scrive la Borgonzoni nella lettera di presentazione del suo programma elettorale. La candidata leghista indica nella sburocratizzazione e nel taglio delle tasse le priorità della sua azione di governo. “ZERO Irpef come in Veneto, ZERO Irap per chi assume - tenendo qui i nostri giovani, sostenendo anche le piccole imprese, i commercianti e gli artigiani che hanno fatto la ricchezza delle nostre città e dei nostri borghi”, promette la Borgonzoni che precisa: “L’Emilia-Romagna ha già fatto molto per se stessa e per l’intero Paese, ma può fare molto di più”. In questo contesto si inserisce la proposta di creare Zone Economiche Sociali nei punti più critici del territorio, come le aree montuose.

In campo sanitario, ovviamente, la leghista vuole ridurre le liste d’attesa aprendo gli ospedali per le visite specialistiche e gli esami di laboratorio anche durante i festivi e le ore notturne, come già avviene nel lombardo-veneto. La Borgonzoni assicura che farà “verità e giustizia sui casi affidi e sul sistema Bibbiano e riaprirà i punti nascita che sono stati chiusi dalla giunta Bonaccini. Istituirà, inoltre, un assessorato ad hoc per le disabilità. E darà “un contributo integrativo per l’assistenza familiare”. “L’Emilia-Romagna che ho in mente dà case popolari prima agli italiani”, ha detto più volte la Borgonzoni che intende promuovere l’autonomia abitativa per le giovani coppie e gli anziani. Per la scuola, da un lato viene messa nero su bianco la necessità di combattere la dispersione scolastica e dall’altro quella di potenziare le ore di italiano per gli studenti stranieri. Nel programma si enuncia, inoltre, la volontà di creare un Politecnico dell’Emilia Romagna. Sulla sicurezza “non basta un Osservatorio Regionale sulla violenza di genere o una delega generica, serve un assessorato specifico alla Sicurezza, un garante regionale delle vittime dei reati, un coordinatore delle polizie locali e adeguati fondi dedicati a politiche di prevenzione e contrasto”, ha spiegato la Borgonzoni. In tema di ambiente, invece, si prevede un nuovo piano regionale per le bonifiche e l’apertura di “moderni efficaci centri di Raccolta”. La candidata leghista, infine, si propone di “sviluppare i collegamenti est-ovest, completando le opere da troppo tempo attese” come il passante, la Tirreno-Brennero, Cispadana e Ravegnana bis.

Il programma del candidato del M5S, Simone Benini

Il Movimento Cinque Stelle, dopo il voto online degli iscritti, ha dovuto schierare in campo un suo candidato. La scelta è ricaduta su Simone Benini, consigliere al Comune di Forlì che ha vinto le primarie grilline su Rousseau con 335 voti. Nel suo programma il M5S punta a bloccare “la privatizzazione e l’esternalizzazione dei servizi sanitari” e a realizzare un “piano straordinario di abbattimento reale delle liste di attesa”. Si prevede la riapertura dei punti nascita chiusi dal 2014 in poi, il potenziamento dei pronto soccorso e un aumento dei posti letto ospedalieri. I grillini intendono, da un lato ingaggiare una lotta contro la ludopatia e dall’altro creare “un fondo regionale per istituire in ogni provincia un 'Garante dei Disabili', esperto che aiuterà le persone con disabilità a esercitare i loro diritti”. Per aiutare le piccole e medie imprese Benini promette di “portare da 2 a 10 milioni di euro lo stanziamento per il fondo regionale per il micro-credito alle piccole e micro imprese” e attuare un rimborso dell’Irap per 3 anni per start up innovative. Il M5S, poi, vuole realizzare anche un “piano anti-frodi industriali sui prodotti tipici emiliano-romagnoli” e di un “piano regionale per la riconversione ecologica e tecnologica” delle imprese emiliano-romagnole. Tradotto: avanti tutta col plastic free.

Di notevole importanza anche il progetto “Orgoglio Emilia-Romagna” che prevede “la nascita di un protocollo con il Ministero degli Esteri (che ha la delega sul Commercio Estero) per aiutare la promozione nel Mondo del turismo, delle eccellenze industriali, dell’agricoltura sostenibile e dei prodotti tipici dell’Emilia-Romagna”. Gli aiuti ai Comuni colpiti dal sisma del 2012 vanno di pari passo al “piano straordinario per le periferie”. I pentastellati sono, inoltre, favorevoli a stanziare incentivi all’agricoltura sociale e alle aziende “che si dotano di sistemi di raccolta dell’acqua piovana, sonde geotermiche, fitodepurazione dei reflui, impianti termici-solari per l’attività produttiva”. In tema di ambiente Benini propone una legge regionale per l’acqua pubblica e l’abolizione della “pessima legge urbanistica regionale Donini per vararne una nuova che fermi veramente il consumo di suolo”. Il varo di un piano regionale ‘Rifiuti Zero’ è prioritario per la chiusura degli inceneritori e delle discariche, mentre il progetto autostrada Cispadana, nelle intenzioni dei grillini emiliano-romagnoli, viene accantonato per rilanciare la mobilità sostenibile nella Regione.

Il programma del M5S, in questo campo, sembra un gioco a rilancio nei confronti del centrosinistra: 4,5 milioni di alberi piantati, Emilia-Romagna libera dal petrolio in 15 anni e un piano regionale per incentivare l’uso delle auto elettriche e la mobilita ciclabile in città. Il candidato M5S, infine, dice basta all’austerity per gli investimenti ambientali dal momento che “siamo in emergenza climatica e sanitaria da inquinamento”.

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