Emilia, scoppia la bufera sul voto: "Il Pd ha violato le norme elettorali"

La Lega all'attacco: "Bonaccini non ha disattivato le inserzioni a pagamento". Replica del Pd: "Non può dare lezioni di legalità". Ma il Carroccio insiste

Emilia, scoppia la bufera sul voto: "Il Pd ha violato le norme elettorali"

Alla faccia del silenzio elettorale, vien da dire: qui se le danno di santa ragione. A meno di 24 ore dall'apertura delle urne elettorali in Emilia Romagna e Calabria, le parti si affrontano a suon di accuse e reprimende sulla norma che imporrebbe (il condizionale è d'obbligo) di dedicare questa giornata ad altro e non alla campagna elettorale.

È soprattutto nella regione oggi governata da Bonaccini che si consuma lo scontro tra il Pd e la Carroccio. Stamattina infatti la pagina Facebook ufficiale della Lega ha messo nel mirino gli avversari, accusandoli di aver violato la legge sulla propaganda. "Poiché Bonaccini del Pd, contravvenendo alle norme elettorali, non ha disattivato le inserzioni a pagamento alla mezzanotte di ieri, abbiamo deciso di procedere alla riattivazione delle nostre, in attesa di chiarimenti", si legge nella nota. La replica non si è fatta attendere, pubblicata direttamente sulla pagina Fb del candidato governatore dem: "Sconcerta la segnalazione della Lega di presunte violazioni del silenzio elettorale da parte altrui - si legge nel post, firmato dallo staff del candidato piddino - La Lega è un partito che ha fatto della sistematica violazione di queste regole il proprio abituale comportamento. E il suo leader non ha mai rispettato il silenzio elettorale nemmeno da ministro degli Interni, quando avrebbe dovuto svolgere una funzione di garanzia per tutti". A riprova di quanto affermato, lo staff dem invita a "guardare" i profili leghisti: "Anche adesso - dice - propaganda ininterrotta da questa mattina. La cosiddetta 'bestia' non ha mai spento i motori e ha proseguito a diffondere falsità e fango a pieno regime". Insomma: nessuno è nelle condizioni "di dare lezioni di moralità e legalità".

Il fatto è che, secondo il Carroccio, le manchevolezze dell'avversario sarebbero ben più gravi. "Bonaccini e compagni - scrivono i leghisti - da anni abituati alla doppia morale (oltre che al moralismo da salotto), fanno finta di non capire la differenza tra uso dei social 'organico', ossia normale (per essi non vi è una legge che imponga il silenzio elettorale) e inserzioni a pagamento (su Facebook, Youtube/Google, siti web ecc.) che hanno ben altra efficacia (essendo targettizzate geograficamente) e che tutti i partiti (compresa la Lega) interrompono sempre alla mezzanotte di venerdì". Una regola che il Pd, a detta dei leghisti, non avrebbe osservato.

"Quindi - conclude il Carroccio - non è un falso quanto scriviamo, ma sono false le loro considerazioni. Poiché non siamo degli sprovveduti, abbiamo deciso di non lasciare campo libero alle sponsorizzazioni del Pd nei giorni di sabato e domenica e abbiamo riattivato le nostre". Una lotta senza esclusione di colpi.

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