«C'era una volta una bella famiglia e vissero tutti felici e contenti». In fondo ha ragione Lucrezia Lante della Rovere quando racconta del suo ruolo nel film Ennio Doris - C'è anche domani di Giacomo Campiotti, dedicato alla figura del fondatore, insieme a Silvio Berlusconi, della banca Mediolanum, in cui l'attrice interpreta la moglie d'una vita, Lina Tombolato: «Confesso che quando ho letto la sceneggiatura, ho detto: Vabbè questi due si amano, non si tradiscono, qua nessuno ruba, nessuno si ammazza, non c'è manco un malato, sono tutti così felici e si vogliono tanto bene allora credo che sia un film sulla memoria del nostro paese, di un certo tipo d'Italia che non c'è, adesso ci sono i ragazzi di una generazione molto più individualista e cinica».
Il film, che ha avuto la sua premiere, ieri sera, al The Space Moderno di Roma alla presenza anche di Marina, Barbara e Paolo Berlusconi e di importanti esponenti del mondo bancario come l'ex governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, sarà nelle sale il 15-16-17 aprile «in 150 sale ricorda Giampaolo Letta, l'amministratore delegato di Medusa che lo distribuisce ma potrà rimanere tranquillamente anche successivamente», ripercorre fedelmente, anche perché è tratto dall'omonima biografia scritta con Leopoldo Gasbarro e pubblicata da Sperling & Kupfer, la vita di Ennio Doris lungo tre archi temporali, da bambino (Carlo Favero), con una facilità a giocare con i numeri, da giovane (Daniel Santantonio), con la sua visione innovativa dei consulenti assicurativi che dovevano andare dal cliente e non viceversa, e da adulto, interpretato da Massimo Ghini, alle prese con crisi bancarie mondiali. Dopo la scomparsa di Ennio Doris, nel novembre del 2021, Guido e Giorgio Borghi di Movie Magic International propongono alla famiglia un vero e proprio biopic cinematografico. Il primo a essere coinvolto è stato il regista Giacomo Campiotti che torna al cinema più di dieci anni dopo Bianca come il latte, rossa come il sangue, in mezzo tante serie tv di successo come Braccialetti rossi: «Mi sono trovato davanti a questa persona che aveva qualcosa di speciale, poi ho letto il libro e sono rimasto molto coinvolto. Insieme a Carlo Mazzotti abbiamo scritto la sceneggiatura intervistando tante persone e scoprendo un'idea etica profonda di questa persona straordinaria che ha realizzato un grande sogno di successo mai a scapito degli altri».
Ennio Doris, il banchiere gentile, sembra in effetti appartenere a un altro mondo e a un'altra epoca, perché, quando la mattina del 15 settembre 2008 la Lehman Brothers, una delle più grandi banche d'affari di New York, dichiarò il fallimento, lui iniziò subito a pensare a come fare per risarcire i suoi correntisti a cui aveva consigliato quei fondi. Il figlio Massimo Antonio Doris, attuale amministratore delegato di Banca Mediolanum, quel giorno c'era: «Mi ricordo quel mattino in cui tutti noi eravamo preoccupatissimi mentre invece mio padre quando arrivò ci disse: Non vi preoccupate, faremo qualcosa di straordinario». Così inizia il film con Ennio Doris/Massimo Ghini che rientra di corsa in elicottero a Milano dal paesino in cui è nato, Tombolo nel padovano, rimuginando sul da farsi. Ma per lui è tutto chiaro, come quando il padre vendeva i buoi e successivamente risarciva gli agricoltori in presenza di una malattia. Così ora, anche contro il parere di Berlusconi (interpretato da Alessandro Bertolucci), si mette in testa di ripagare i correntisti: «Gli avvocati ci dicevano che era impossibile farlo racconta oggi il figlio ma dopo due mesi di lavoro abbiamo trovato la soluzione e al 31 dicembre tutti i clienti avevano ricevuto i soldi».
Parliamo di qualcosa come 120 milioni di euro, presi dai patrimoni suoi e dell'amico Berlusconi che alla fine era riuscito a convincere in base a quell'idea di una banca «costruita intorno a te», come recitava uno spot famoso, che gli aveva esposto anni prima quando l'aveva conosciuto per caso per strada a Portofino: «Questa è l'occasione che aspettavamo per dimostrare che siamo una banca diversa dalle altre».«Il bello di questa storia sottolinea Massimo Ghini che nel film indossa delle lenti azzurre è che sembra tutto straordinario e invece è tutto vero. Mi piaceva l'idea di raccontare un uomo con una grande umanità.
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