“Non riesco a respirare, mi fa male”. Enrico Montesano, presente ieri in piazza Montecitorio per chiedere la liberazione di Chico Foti, si è opposto all’uso della mascherina ma, alla fine, ha dovuto cedere alle forze dell’ordine che gli hanno intimato di indossarla.
Montesano solo qualche giorno fa aveva annunciato la sua adesione alla manifestazione no mask che si è tenuta sabato scorso a Roma.“Credo che le mascherine vadano portate nei luoghi chiusi, ma all’aperto non credo che ci proteggano dalle polveri sottili, dalle polveri d’amianto e dunque anche dal virus. Attraverso i tessuti passa tutto”, aveva sostenuto nel corso di un’intervista al quotidiano La Stampa. E aveva aggiunto: “Le mascherine sicure al 100% non ci farebbero neppure respirare. In compenso quelle correnti ci fanno respirare la nostra anidride carbonica. In aggiunta alle polveri dell’aria inquinata. Ma perché se vado da solo in riva al mare, o in un parco, mi devo mettere la mascherina? È inutile e dannosa per i miei polmoni”.
Ma l’attore romano non è nuovo a prese di posizioni politiche che, nel tempo, sono mutate più volte e che hanno sempre destato scalpore e fatto notizia. Montesano, figlio del portiere del palazzo dove ha sede l’Msi, inizia la sua carriera artistica alla fine degli anni ’60 con la compagnia teatrale di Pier Francesco Pingitore, il Bagaglino, ma i suoi ideali di riferimento sono di stampo socialista. Nel 1975 incide insieme all’Equipe 84 un disco propagandistico in cui invitava a votare Psi alle elezioni Regionali di quell’anno. Con la fine della Prima Repubblica, si avvicina al Pds che lo candida come consigliere comunale alle amministrative di Roma del 1993. Montesano, con 8300 preferenze, risultato il più votato della Capitale contribuendo in modo significativo alla vittoria di Francesco Rutelli. In un’intervista rilasciata nel 2018 a Peter Gomez si dichiarerà pentito della scelta fatta: “Non volevo incarichi, perché ero già un attore conosciuto e famoso, ci ho solo rimesso. Mi aspettavo un riconoscimento ideale, non pratico, essere considerato, venire interpellato”. Nel 1994 Montesano lascia il Comune di Roma per presentarsi alle Europee e viene nuovamente eletto, ma si dimetterà due anni dopo per evitare di ottenere il diritto al vitalizio.
Nel 2001, sorprendendo tutti, annuncia il suo voto a favore di Antonio Tajani, all’epoca candidato del centrodestra a sindaco della Capitale. Da quel momento in poi Montesano, che per anni è stato ospite d’onore alle Feste dell’Unità, si sposta sempre più a destra. Nel 2004 partecipa a una convention organizzata dall’allora leader di An, Gianfranco Fini, e al quotidiano Il Tempo dichiara: “Stando qui uno si sente socialista”. Quattro anni più tardi l’attore romano fa apertamente campagna elettorale per Gianni Alemanno proprio contro quel Francesco Rutelli col quale si era schierato 15 anni prima. Col passare del tempo anche la fascinazione per il centrodestra svanisce e, dopo un breve innamoramento per il Movimento Libertario, Montesano si avvicina al M5S che voterà alle Politiche del 2013. Due anni dopo apre la kermesse “la Notte dell’Onestà’, organizzata dai grillini per riportare l'attenzione sul tema della legalità nella città travolta dall’inchiesta ‘Mondo di mezzo’. Il comico romano riconfermerà il suo sostegno ai pentastellati anche nel 2018, ma nello stesso tempo difende anche Matteo Salvini e le sue politiche sull’immigrazione.
"Non credo che sia razzista come non credo lo sia nessuno di noi italiani", dirà parlando del leader della Lega col quale si è fermato a interloquire anche ieri in piazza Montecitorio. Negli ultimi mesi, invece, sono numerosi i video fortemente critici nei confronti del premier Giuseppe Conte che Montesano ha pubblicato nella sua pagina Facebook.
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