Erario batte De Benedetti (e gli pignora 6,6 milioni)

L'Ingegnere perde due contenziosi del 2016 e l'Agenzia delle Entrate blocca le somme dovute

Erario batte De Benedetti (e gli pignora 6,6 milioni)
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Brutta tegola per Carlo De Benedetti. L'Agenzia delle Entrate ha pignorato 6,6 milioni di euro su un conto corrente infragruppo tra le due holding finanziarie che fanno capo all'ingegnere, Romed e Romed International. Questo è quanto si apprende da una nota integrativa del bilancio 2023 della Romed, consultato dal sito d'informazione Open.

«L'Agenzia delle Entrate-Riscossione», scrivono gli amministratori di De Benedetti, «ha richiesto alla società controllante Romed International Spa il pagamento di euro 6,6 milioni, avviando nel corso del 2024 una procedura esecutiva di pignoramento a valere sul finanziamento fruttifero d'interessi dalla stessa erogato a favore della nostra società. La società ha dato incarico ai propri legali per la gestione della procedura esecutiva».

La vicenda esiste fin dal 2016, quando l'Erario ha iniziato le sue verifiche «aventi per oggetto la riqualificazione da parte del Fisco di alcuni rimborsi di finanziamenti soci, che hanno dato origine ad una serie di accertamenti tributari notificati negli scorsi anni. Tutti avvisi di accertamento riguardanti Romed».

Il gruppo che fa capo all'editore del quotidiano Domani ha perso in Tribunale sia nel primo che nel secondo grado di giudizio, con sentenza arrivata lo scorso maggio. Tuttavia, De Benedetti non ha nessuna intenzione di darsi per vinto. Infatti, la Romed intende proseguire anche verso il terzo grado di giudizio in Cassazione, convinta della correttezza del suo operato.

Gli affari di De Benedetti, che tra un mesetto (il 14 novembre) compirà i 90 anni, non sembrano vivere un momento particolarmente felice. Dopo aver ceduto il gruppo Cir ai figli, le sue attività ruotano appunto intorno alla Romed. Holding che ha chiuso il bilancio del 2023 con una perdita di 19,77 milioni. A pesare sul rosso hanno inciso soprattutto le perdite sui cambi, che sono ammontate a 4,2 milioni. Numeri che hanno condotto a una rapida discesa di 13,5 milioni delle disponibilità liquide, che ora ammontano a 20,4 milioni. Crescono anche i debiti con le banche, di 10,9 milioni, che in questo modo a fine anno avevano raggiunto quota 118,6 milioni.

I numeri del 2023, tuttavia, sono migliori di quelli registrati alla fine del 2022, quando la società di partecipazioni

dell'Ingegnere aveva perso la bellezza di 43,9 milioni. Un risultato su cui avevano inciso le forti svalutazioni sulle società partecipate, a partire da quella nella casa editrice del Domani, lanciato il 15 settembre del 2020.

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