Esplode il "Sistema": nomina illegittima alla procura di Roma. Il ricorso di Viola fa saltare Prestipino

"Si prega di dare la massima diffusione". Arriva così, alle 12,44 di ieri, la mail dal Consiglio di Stato sulla nomina del Procuratore della Repubblica di Roma

Esplode il "Sistema": nomina illegittima alla procura di Roma. Il ricorso di Viola fa saltare Prestipino

«Si prega di dare la massima diffusione». Arriva così, alle 12,44 di ieri, la mail dal Consiglio di Stato sulla nomina del Procuratore della Repubblica di Roma. Raccomandazione superflua: perché nel giro di pochi minuti la decisione fa irruzione nello scenario già disastrato della giustizia italiana, segnando un passo in avanti verso il caos totale. L'organo supremo dei tribunali amministrativi asfalta definitivamente la nomina più delicata compiuta in questi anni dal Consiglio superiore della magistratura, figlia diretta del «caso Palamara». La decisione del Csm che nel marzo 2020 nominò Michele Prestipino alla guida della Procura della Capitale viene dichiarata illegittima, respingendo i ricorsi che lo stesso Prestipino e il Csm avevano presentato contro la sentenza del Tar del Lazio che a febbraio aveva bocciato quella nomina. Di fatto da oggi Prestipino è un procuratore dimezzato, formalmente in carica ma platealmente delegittimato: e lo è nel pieno delle inchieste sul «caso Amara», sui veleni che scuotono le procure di mezza Italia. E nei quali la Procura romana ha avuto e ha un ruolo cruciale.

Prestipino, che prima di essere nominato a Roma non aveva mai diretto una Procura in vita sua, venne scelto dal Csm sull'onda delle rivelazioni del trojan installato dalla Guardia di finanza sul telefono dell'ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara: da cui emergeva come un summit di magistrati e politici in un albergo romano, la sera dell'8 maggio 2019, avesse deciso di puntare per la delicata poltrona su Marcello Viola, procuratore generale di Firenze. La candidatura dell'incolpevole Viola (non c'era alcuna traccia di un suo brigare per la nomina) venne travolta dalla vicenda, e il Csm si affrettò a nominare Prestipino.

Ma Viola non si è arreso. Ha fatto ricorso, spiegando che delle trame dell'Hotel Champagne lui è stato semmai una vittima. E ora incassa una vittoria che lo rimette in gara per il posto. Il provvedimento del Consiglio di Stato è tranchant sui due punti chiave della nomina: Prestipino non poteva essere preferito a Viola perché il curriculum del pg di Firenze è incomparabilmente più significativo; e comunque la commissione incarichi direttivi non poteva rimangiarsi senza giustificazioni la terna di candidati che aveva indicato prima dell'esplosione del caso Palamara. Terna di cui Prestipino non faceva nemmeno parte. All'esame del plenum di Palazzo dei Marescialli erano stati mandati Viola, il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo e quello di Palermo Francesco Lo Voi.

Anche Creazzo e Lo Voi hanno fatto ricorso al Tar. Il primo se lo è visto bocciare, e forse hanno pesato anche le vicende disciplinari che hanno coinvolto Creazzo per le presunte molestie a una collega. Lo Voi invece è uscito vincente dal Tar ed è ora in attesa di una conferma da parte del Consiglio di Stato, che si annuncia scontata dopo la sentenza di ieri su Prestipino.

Meno scontato, anzi del tutto imprevedibile, è quanto ora accadrà all'interno del Csm, dopo la sconfessione che lo ha investito. Non sarebbe la prima volta che il Consiglio superiore si ostina nelle sue scelte, ribadendo decisioni già bocciate dal Consiglio di Stato. Ma in questo caso appare difficile che possa venire riproposta la nomina di Prestipino, viste le motivazioni della decisione dell'organo supremo della giustizia amministrativa. Ed è ovvio che se il Csm riproponesse la nomina di Prestipino arriverebbero nuovi ricorsi, e la pratica si trascinerebbe ancora: lasciando di fatto senza una guida certa uno degli uffici giudiziari più importanti del Paese.

Ieri la sentenza del Consiglio di Stato è arrivata quando gli uffici del Csm erano già chiusi, e solo oggi si capirà come intendono muoversi le correnti che ne fanno parte: a partire dalla sinistra di Area, che l'anno scorso aveva votato compatta per Prestipino.

La sensazione che se ne ricava è quella già emersa in altre occasioni di un Consiglio superiore che non si sia ancora ripreso dalla tempesta che lo ha investito due anni fa, incapace di sganciarsi dalla logica delle opportunità e dei gruppi di potere per affidarsi al merito come unico criterio possibile.

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