"Questa battuta girava da ieri in rete. Come sfottò. Io l’ho ripresa. In quelle parole non c’è sessismo, né maschilismo”. Il senatore dem Stefano Esposito, juventino doc, si difende così in un’intervista Repubblica dalle accuse ricevute. Per commentare chi sfotteva la sua squadra del cuore dopo la sconfitta nella finale di Champions, Esposito su Twitter ha scritto: “Godere per la sconfitta della Juventus è come essere impotenti ed esultare se qualcuno fa godere la tua donna”, menzionando Matteo Orfini, deputato Pd, e Luca Cassiani, avvocato e Consigliere comunale di Torino.
Da lì una pioggia infinita di critiche da parte del mondo della ‘rete’. “Mica ho detto che so tutte… non sono maschilista, né sessista né misogino”, ribadisce il senatore democratico ricordando che un suo followers ha scritto “ ‘ma dov’è il sessismo?’ e ha raccolto cinquecento ‘mi piace’”.“Questa – prosegue Esposito - è la miglior dimostrazione che quando qualche figuro con un po’ di notorietà – vera o presunta – si intesta una battaglia, questa diventa il tema del giorno. Semmai dovrebbero essere incazzati gli uomini che ho definito impotenti”. “Non sono abituato a scusarmi su richiesta strumentale di qualcuno” neanche se a chiederlo fossero i vertici del Pd: “Non sono dipendente di Renzi o Orfini”. Nessun cedimento di fronte a quella che Esposito definisce “la sindrome da femminismo anni Settanta” che non è nuovo a queste accuse.
“Una volta - conclude Esposito - una No Tav prese una botta e disse di essere stata molestata. Io dissi che aveva attaccato i poliziotti. E giù a darmi del “sessista” e del “maschilista”. Tre mesi fa la sua denuncia contro di me fu archiviata”.
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