Con tutto quel che stava succedendo e con le elezioni del presidente americano alle porte, la notizia in Italia era passata un po' sotto traccia. Ai primi di ottobre il dipartimento del Tesoro Usa aveva infatti inserito nella blacklist delle sanzioni tre individui e un ente di beneficenza fittizio accusandoli di essere finanziatori del terrorismo di Hamas e di promuovere manifestazioni contro Israele. In prima fila, - posto che, armato di amplificatore, occupa di buon grado anche a Milano ogni sabato durante i cortei pro Palestina - c'era lui, Mohammad Hannoun, presidente dell'Associazione Palestinesi d'Italia (Api) e fondatore dell'Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese (Abspp) nata nel 1994. Ieri si è tornato a parlare diffusamente di lui dopo che il questore di Milano, Bruno Megale - uno che di terrorismo se ne intende parecchio - venerdì gli ha notificato l'avvio del procedimento per il foglio di via obbligatorio da Milano.
Quando ieri l'Ansa l'ha contattato per commentare la notizia Hannoun, a cui la risposta pronta non è mai mancata, ha dichiarato che il provvedimento della questura lo avrebbe raggiunto «per istigazione all'odio e alla violenza perché, durante il corteo dello scorso sabato, mi sono complimentato con i giovani di Amsterdam». E ha aggiunto: «Ho detto che hanno fatto bene a picchiare i tifosi israeliani perché urlavano morte agli arabi e ai musulmani inneggiando all'esercito criminale israeliano e ai crimini contro i gazawi, hanno anche picchiato cittadini arabi di Amsterdam e strappato bandiere palestinesi da case private, se la sono cercata». Infine ci ha voluto assicurare che, per toglierlo di torno, ci vuole ben altro: «Ho ricevuto la notifica dalla questura di Milano tramite quella di Genova. Ho già parlato con i miei avvocati che entro 10 giorni, devono presentare ricorso al Tar e vediamo cosa deciderà in proposito il gip di Milano».
Non che per l'architetto 62enne, nato in Giordania ma residente da sempre a Genova, sia una novità. L'uomo sembra quasi sguazzarci nella cosiddetta zona grigia in cui, fondi raccolti in Italia e in altri paesi europei per aiutare la popolazione palestinese, finirebbero in realtà nelle casse di Hamas.
Era successo anche nel luglio del 2023. Le autorità italiane si erano mosse su segnalazioni dei servizi di intelligence israeliani. In ballo c'era circa un milione di euro suddivisi fra Italia, Germani e Stati Uniti. Ancora prima la procura di Genova lo aveva accusato di sostenere gruppi terroristici palestinesi ma tutto si era chiuso con un nulla di fatto.
Intanto ieri Hannoun non ha potuto partecipare alla manifestazione milanese a sostegno della Palestina, la cinquantottesima organizzata in città in 13 mesi dall'inizio del conflitto, partita con 500 partecipanti alle 15 dal piazzale di Porta Genova. «Venerdì l'ispettore che mi ha consegnato la notifica mi ha detto che da ora in poi non posso recarmi a Milano e anche gli avvocati ha spiegato me lo hanno confermato».
Hannoun, che ieri si è collegato al telefono con il corteo milanese, ha quindi concluso che da parte sua, durante la manifestazione milanese, non c'è stato l'invito a emulare in alcun modo quanto successo ad Amsterdam: «Sono una persona
perbene, siamo contro la violenza da qualsiasi parte provenga, non ho mai detto di fare lo stesso e non ho mai detto se venite in Italia vi facciamo vedere noi». Chissà, forse è pure vero, ma perché Milano dovrebbe rischiare?
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