"Il tentativo è quello di trovare un ottimo capro espiatorio per non discutere delle vere vicende che hanno riguardato il sistema bancario italiano. Io non mi faccio utilizzare come foglia di fico per coprire chi ha sbagliato in questi anni". Mentre in commissione Banche, audizione audizione, lo scandalo Etruria torna a esplodere in tutta la sua portata, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, torna a rivendicare la correttezza del suo operato. "Parlare con gli amministratori delegati e ascoltare gli amministratori delegati - ha spiegato in una intervista alla Stampa -è una delle attività di chi sta al governo: chi non lo capisce è totalmente in malafede o è vittima della demagogia qualunquista".
Adesso la Boschi è accerchiata. E con lei anche Matteo Renzi che rimane comunque al suo fianco senza se e senza ma. Ieri l'ex amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha confermato i contatti per una possibile acquisizione di Banca Etruria da parte di Unicredit. L'incontro sarebbe avvenuto il 12 dicembre del 2014. Così, per quanto siano state escluse pressioni, l'allora ministro per i Rapporti con il Parlamento finisce di nuovo sotto assedio. I renziani fanno quadrato ("Ghizzoni non parla di pressioni, Boschi ha già vinto la causa contro De Bortoli", si affrettano a dichiarare, mentre Matteo Orfini accusa il Corriere di "diffondere fake news") ma, in vista dell'ormai imminente turno elettorale, crescono i dubbi. "Speriamo che la legislatura si chiuda al più presto - confida un deputato dem - così da mettere fine a questo stillicidio in commissione banche, altrimenti altro che 40%... nemmeno il 20 prendiamo". E non sono pochi quanti, al Nazareno, cominciano a sperare che la Boschi non si ricandidi "per mettere il partito al riparo".
Nell'intervista alla Stampa, però, la Boschi ha messo nuovamente in chiaro di non voler "fare il capro espiatorio". "Io darò la disponibilità a correre in qualsiasi collegio con l'entusiasmo e la forza di chi non ha niente da temere - ha spiegato - perché la verità è più forte delle strumentalizzazioni. La decisione però spetta al Pd e ai cittadini: nel frattempo io lavoro e vado avanti". Quindi è tornata a contestare la ricostruzione offerta nel libro di Ferruccio de Bortoli sui suoi contatti con Ghizzoni per l'acquisizione di Banca Etruria: "Non ho fatto pressioni - insiste - non ci sono stati favoritismi, mio padre è stato commissariato, mio fratello si è licenziato per non creare difficoltà ad altri dipendenti.
Se qualcuno mi dimostra che ho favorito i miei, tolgo il disturbo domattina". Quindi la stoccata finale: "Noi siamo quelli della trasparenza, sempre. Qualcuno ha trasformato il racconto di questa Commissione in una caccia all'uomo, anzi alla donna".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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