Ancora tensione tra Pd e Bankitalia per quanto riguarda il fallimento di Banca Etruria. Questa volta a mettere nel mirino l'Istituto di palazzo Koch è stato il presidente dei dem Matteo Orfini. Il suo attacco alla Banca d'Italia è senza se e senza ma. E arriva anche dopo settimane di tensione per la riconferma di Ignazio Visco alla guida di Bankitalia: "Si sta sgretolando il castello di sciocchezze e sta emergendo la vera responsabilità" del fallimento di Banca Etruria "che è stata della Banca d'Italia" non solo in termini di vigilanza ma "per un suo ruolo financo eccessivo". Le parole di Orfini sono state scatenate anche dalle dichiarazioni in audizione in Commissione Banche del procuratore di Arezzo, Roberto Rossi. Nelle sue dichiarazioni, Rossi avrebbe detto che Banca d'Italia avrebbe fatto pressioni nel 2013 su Banca Etruria perché scegliesse Popolare di Vicenza come partner di "elevato standing" col progetto di una fusione. E in questo quadro Rossi parla anche di una documentazione che mostra come venne avviata la ricerca di un partner da affiancare a Banca Etruria per arrivare ad un salvataggio dell'Istituto. La trattativa tra Etruria e Popolare di Vicenza venne interrotta e di fatto subito dopo venne commissariata. Ma Rossi sottoliena come la Popolare di Vicenza venisse dunque considerata una banca affidabile per un affiancamento con Etruria. Ed è su questo punto che è arrivato l'attacco di Orfini. Rossi infatti sottolinea come le pressioni di Bankitalia su Etruria per la fusione con l'istituto vicentino "risultino strane". Rossi ha aggiunto che su queste circostanze seguirà un approfondimento. Intanto da via Nazionale arriva una risposta: "Bankitalia non ha mai sostenuto il matrimonio con popolare di Vicenza".
Infine, secondo quanto riporta il Corriere, da palazzo Koch le parole di Rossi sono state interpretate come un "attacco politico". Infatti Rossi è stato in passato consulente della presidenza del Consiglio fino al 2015, quando al governo c'era Matteo Renzi.
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