Europarlamento, giro di vite anti-affaristi

Stretta in 12 punti per arginare le influenze esterne e regolare i lobbisti

Europarlamento, giro di vite anti-affaristi

Arriva la stretta per proteggere con nuove regole il Parlamento europeo da corruzione e influenze esterne. Lo scandalo del Qatargate produce la prima proposta firmata dalla presidente Roberta Metsola, che promette: «Saremo rapidi». Un piano in 12 punti per eliminare le zone grigie dove si annidano i rischi, dove cioè è più facile che si calpesti quella linea sottile che separa lobby e interessi legittimi da tentativi di corruzione e condizionamento dell'istituzione. «Integrità. Indipendenza. Responsabilità. Oggi ho presentato ai capigruppo dell'Eurocamera una prima serie di proposte per riformare, ricostruire la fiducia e riaffermare il Parlamento europeo come istituzione moderna e aperta. Andremo avanti velocemente», ha annunciato su twitter. Il piano contro le porte girevoli tra deputati e lobbisti è arrivato sul tavolo dei capigruppo che hanno dato mandato a Metsola di procedere. «Pieno sostegno» alle proposte di riforma, riferisce un portavoce, «in questo processo, la presidente continuerà le consultazioni. C'è stato pieno accordo sull'importanza di andare avanti velocemente».

Tra i punti condivisi c'è l'obbligo di inserire nel registro di trasparenza la partecipazione di lobbisti, Ong e altri portatori di interessi alle commissioni e di porre un limite al numero di badge disponibili per ogni singola organizzazione. E l'obbligo per tutti i membri del Parlamento (oggi riguarda solo i presidenti di commissione e i relatori) di rendere pubblici tutti gli incontri in agenda con terze persone, connessi a una risoluzione. Anche se i critici sostengono che l'obbligo dovrebbe riguardare tutti gli incontri con portatori di interessi, non solo quelli legati ad una risoluzione. Verrebbero vietate le attività e gli incontri di qualsiasi raggruppamento informale di eurodeputati, come i cosiddetti «gruppi di amicizia» con Paesi terzi. I Paesi extra Ue potranno interagire con il Parlamento solo attraverso la commissione Esteri e gli altri organi ufficiali. C'è poi la stretta sugli ingressi all'Eurocamera: chi accede alle sedi delle istituzioni deve fornire informazioni sulla data, la durata e lo scopo della visita. Per gli ex eurodeputati verrebbe previsto un badge giornaliero, non più permanente - cosa che ha permesso all'ex deputato Antonio Panzeri, ora in carcere, di continuare a frequentare l'Eurocamera. Non potrebbero poi più fornire accesso a terzi, e gli attuali diritti di accesso per l'entourage degli ex parlamentati essere revocati.

Il gruppo dei socialisti e democratici a sua volta ha presentato delle proposte. Tra cui il «divieto a tutti i rappresentanti del Qatar dell'ingresso nel Parlamento europeo per la durata dell'indagine giudiziaria».

I socialisti chiedono anche che non solo tutti i membri del Parlamento, ma anche «gli assistenti e i membri del personale incontrino solo rappresentanti di terzi iscritti nel registro per la trasparenza dell'Ue e rendano pubblici tutti gli incontri».

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