Alla faccia di salari e diritti dei lavoratori. I Cobas sfilano per insultare Israele

Sigle di base in campo: "Contro il colonialismo e per la resistenza palestinese"

Alla faccia di salari e diritti dei lavoratori. I Cobas sfilano per insultare Israele
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Altro che contratti e salari, altro che sicurezza e condizioni di lavoro, i Cobas scioperano «contro la guerra imperialista», contro il «colonialismo razzista», contro gli «sporchi interessi capitalistici dei padroni»; e a favore delle «masse oppresse». Praticamente contro Israele e per la «resistenza palestinese», che poi è il nome che gli islamisti danno ad Hamas.

Dopo aver partecipato coi loro striscioni e spezzoni alle manifestazioni per le strade di Milano e delle altre città - i cortei in cui si è dato libero sfogo all'odio contro Israele - le sigle sindacali di base vanno avanti nel tentativo di saldare la protesta sociale - invero piuttosto asfittica finora - e la protesta anti-Occidente di islamisti, giovani arabi e autonomi.

Sono stati i Giovani palestinesi a spingere l'idea di una mobilitazione per «bloccare» scuole e università proprio a partire dal 17 novembre (domani), giorno dello sciopero previsto dai sindacati.

Potevano i Cobas lasciarsi sfuggire l'occasione? Hanno quindi risposto lanciando i loro proclami, e associandosi alle sigle in campo, fra le quali l'Api di Mohammed Hannoun, considerato vicino al mondo pro Hamas. «I Giovani Palestinesi d'Italia (Gpi), l'Unione Democratica arabo-palestinese (Udap), l'Associazione palestinesi in Italia e il Movimento degli studenti palestinesi in Italia - si legge in un manifesto - hanno dato il loro sostegno esplicito allo sciopero del 17, e co-promuovono la manifestazione lanciata dal Sì Cobas e Tir il 18 novembre a Bologna». La lettura del conflitto in corso, ovviamente, è quanto di più ideologico si possa immaginare. Con le lenti di questa astrusa analisi, i Cobas sognano un Medio oriente in cui ci si divide come in una lotta di classe fra gli interessi imperialistici del capitale e quelli dei popoli sfruttati. «Lo sciopero e la mobilitazione operaia e di classe contro la guerra e il genocidio sionista del popolo palestinese - farneticano - rappresentano il valore aggiunto che i lavoratori combattivi possono e devono mettere in campo a sostegno delle masse oppresse palestinesi». «La nostra iniziativa di solidarietà internazionalista di classe - fanno sapere - raccoglie l'appello dei sindacati palestinesi a scendere in campo contro la guerra imperialista per attaccare direttamente gli sporchi interessi capitalistici dei padroni e le politiche di fame e miseria con cui guidano i governi, a cominciare da quello italiano».

Immancabile il riferimento al governo Meloni come attore non protagonista di questa vicenda imperialista. E per farsi illustrare questa narrazione, i collettivi hanno aperto ai Cobas l'Università statale di Milano.

«Siamo intervenuti in assemblea all'università - hanno raccontato - per lanciare lo sciopero di venerdì e saldare la nostra iniziativa al corteo che gli studenti faranno lo stesso giorno in sostegno alla lotta del popolo palestinese, per poi scendere unitariamente in corteo sabato a Bologna». Sarà un'altra giornata di deliri, c'è da spettarselo.

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