Non fanno parlare Oscar Farinetti. O almeno questo è quanto lamenta il fondatore di Eataly che si sente penalizzato dall'amicizia con Matteo Renzi. Quel che è certo è che l'incontro L'Italia s'è desta? che avrebbe dovuto tenere questa sera al Palazzo ducale di Genova è stato annullato su suggerimento della Digos per timore di eventuali disordini. L'evento, ospitato dalla Fondazione Edoardo Garrone e moderato da Giovanna Zucconi, avrebbe toccato il tema del futuro del Paese.
"Ci sto male da matti", confessa Farinetti in un'intervista alla Stampa. "Alcuni imprenditori miei amici mi considerano un comunista, eppure c'è gente che mi dà dello sfruttatore", si sfoga l'imprenditore secondo cui questo atteggiamento sarebbe generato dalla sua amicizia col premier. Alcune persone avrebbero distribuito volantini davanti a Eataly di Genova. Subito dopo, la Fondazione gli ha comunicato che non se la sentivano più, "per paura di ritorsioni". Eppure Farinetti assicura che non avrebbe avuto paura: "Sono figlio di un partigiano della Matteotti. Sarei andato e avrei invitato sul palco qualcuno dei miei contestatori, in modo da potermi confrontare. Ma la polizia temeva per la mia incolumità e per quella del pubblico".
Farinetti chiarisce di essere "renziano" e non "renzista". "Vuol dire che non sono un suo sodale politico; sono uno che approva quel suo modo di affrontare i problemi e di cercare di risolverli rapidamente. "Anche la sua imprecisione mi piace - continua Farientti - Renzi non fa cose perfette, ma almeno comincia a fare. Aspettando la perfezione, per troppo tempo non si è fatto nulla". Tutto generato dalle divisioni generate da Renzi.
"Il guaio è che si usa un linguaggio troppo violento - continua il patron di Eataly - è violenza dire 'sei stato eletto dai poteri forti', ed è violenza, lo ammetto, anche dire che i sindacati non contano nulla".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.