Incidente diplomatico sfiorato a causa della tendenza cinese ad alzare il ditino in casa d'altri. Pechino ha accusato Parigi di far morire gli anziani nelle case di riposo e la Francia ha convocato l'ambasciatore parlando di «calunnie». «Non posso accettare che il personale delle nostre Ehpad venga calunniato da chiunque, compresa l'ambasciata cinese. L'ho messo in chiaro», ha spiegato il ministro degli Esteri francese a Le Monde. Cos'è successo? Il sito ufficiale dell'ambasciata di Pechino in Francia diceva che gli infermieri d'Oltralpe «abbandonano i posti di lavoro durante la notte (...) lasciando i residenti delle Ehpad a morire di fame e malattia». Ambasciatore immediatamente convocato, scuse per aver calunniato il personale delle case di riposo francesi nel contesto della crisi di Covid-19 e ministro Jean-Yves Le Drian che, a scanso di equivoci, dice: «Intendiamo essere rispettati come la Cina vuole esserlo. Abbiamo rapporti di dialogo e cooperazione che ci portano a dire ciò che pensiamo».
Come è nata la polemica? Da un articolo pubblicato il 12 aprile sul sito dell'ambasciata titolato «Ripristino di fatti distorti - Osservazioni di un diplomatico cinese di stanza a Parigi». Ebbene, scrive l'ambasciatore, gli occidentali sono accusati di denigrare ingiustamente la Cina dopo aver definito «influenza» la malattia Covid-19 ma lasciano morire i loro cari nelle case di riposo. Le Drian ha quindi convocato l'ambasciatore Lu Shaye per esprimere «disapprovazione» a osservazioni non «coerenti con la qualità delle relazioni bilaterali». Il capo del Quai d'Orsay tuona, la Cina si scusa.
Pare che Pechino ce l'avesse con gli stabilimenti spagnoli, ma l'occasione per Parigi di non inchinarsi al Dragone era ghiotta, nonostante anche in Francia si parli di ecatombe nascosta. L'ambasciatore le definisce «incomprensioni» e nega ogni «commento negativo sul modo in cui Parigi sta affrontando l'epidemia». Di fronte alla valanga di critiche, lascia intendere d'aver preso di mira la Spagna, dove l'esercito avrebbe trovato decine di morti nelle case di cura a fine marzo. Ma avendo utilizzato l'acronimo «Ehpad», poco usato al di fuori dei confini transalpini, è stato percepito come un chiaro riferimento alle case di riposo d'Oltralpe. La giustificazione traballante ha costretto financo Pechino a scusarsi formalmente, con gioia del ministro che ieri se n'è vantato su Le Monde. Il mio intervento, dice, «ha permesso di eliminare ogni equivoco, insistendo sulla necessità di lavorare insieme in un nuovo multilateralismo». «Incidente chiuso», ha riferito Le Drian alle Camere.
In un momento di
crisi sanitaria che Oltralpe registra 20.265 morti, «la pandemia è la continuazione con altri mezzi della lotta tra potenze», nota Le Drian. Lui ne è pienamente consapevole e accetta la sfida. Altro che Di Maio & Co.
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