La partita sul ministero dello Sviluppo economico, casella rivendicata da Forza Italia, trascina sul terreno dello scontro Giancarlo Giorgetti, destinano al timone del dicastero dell'Economia. Giorgia Meloni non ha alcuna intenzione di cedere entrambi i ministeri economici (Mise e Mef) agli alleati. Uno dei due cordoni borsa deve rimanere saldamente nelle mani di un esponente di Fratelli d'Italia: è questa la linea imposta dal premier in pectore alle trattative per la scelta della squadra dei ministri. Un diktat che rende al momento tutta in salita la strada che porta alla ricomposizione della frattura con Silvio Berlusconi. Il Cavaliere nella sua lista chiede Giustizia e Sviluppo economico.
Nel frattempo il Mef è stato affidato al numero due della Lega Giancarlo Giorgetti. Di conseguenza la porta per un esponente azzurro alla guida del Mise è sbarrata. Chiusa. A meno che Meloni non consideri l'opzione di spostare Giancarlo Giorgetti a un altro ministero e piazzare un esponente di Fratelli d'Italia alla guida del ministero delle Finanze. Un'opzione, quest'ultima, che al momento non è sul tavolo. E dunque per Forza Italia le chance di conquistare il Mise sono ridotte al lumicino. Per il ministero dello Sviluppo economico il capo di Fdi pensa a un fedelissimo: Guido Crosetto è il favorito. Sul ministero della Giustizia, al contrario, la trattativa può essere intavolata.
La posizione di Fratelli d'Italia rispetto alle richieste di Forza Italia è meno rigida. Si parte da Carlo Nordio, prima scelta di Meloni. Ma si sa, al Colle l'opzione di un magistrato sulla poltrona del Guardasigilli è vista con timore. E dunque si potrebbe virare su profili politici: Francesco Paolo Sisto e Elisabetta Casellati sono le alternative. Per la delega ai Servizi segreti, inizialmente, si pensava ad Adolfo Urso, presidente uscente del Copasir. Ma pare che in questa prima fase Meloni voglia tenere per se la delega. Urso è destinato al ministero della Difesa. Oggi inizia la settimana decisiva: prima l'elezione dei capigruppo e ufficio di presidenza delle Camere e poi al via le consultazioni al Colle. Giovedì il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovrebbe dare inizio al valzer delle consultazioni. Meloni vorrebbe arrivare già con l'intesa e la lista dei ministri in tasca: tempi rapidi per dare all'Italia un governo. Tra oggi e domani potrebbe esserci l'incontro chiarificatore tra Meloni e Berlusconi per trovare un punto di equilibrio. Oltre al ministero della Giustizia, Forza Italia porterebbe a casa gli Esteri con Antonio Tajani e la Cultura con Alberto Barachini. Si ragiona poi sulle deleghe per Alessandro Cattaneo (Pubblica amministrazione) e Anna Maria Bernini (Scuola o Università). Per il ministero del Lavoro la scelta è ricaduta su Marina Calderone, presidente nazionale dei consulenti del Lavoro. Per il ministero degli Affari europei con delega al Pnrr c'è Raffaele Fitto. L'europarlamentare Fdi è già in stretto contatto con Enzo Amendola per il passaggio di consegne. La Lega chiuderà sui nomi da consegnare a Meloni nelle prossime 48 ore. Salvini vuole riconoscere un ministero al comitato del Nord: si pensa alla Famiglia per Erika Stefani. Anche se la concorrenza di Simona Baldassarre è forte. In quota Fdi c'è Isabella Rauti. Per la Sanità la scelta è tra Guido Bertolaso e Guido Rasi. Per le Politiche giovanili si pensa a Chiara Colosimo. Matteo Salvini per ora è sulla poltrona del ministero delle Infrastrutture ma potrebbe traslocate all'Agricoltura con un ampliamento di deleghe. Per il Viminale risalgono le quotazioni di Giuseppe Pecoraro che si sta giocando le sue carte.
Infine Roberto Calderoli sarà ripescato al governo con la delega alle Riforme. Il ministero del Sud potrebbe andare in quota Occhiuto: il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto dovrebbe indicare il nome a Fi.
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