La fede concreta del Papa «Dio non è uno spray» Il sinodo si spacca in due

Francesco rilancia una Chiesa pratica. I cardinali si dividono sul divorzio. E confermano la condanna alla contraccezione

La fede concreta del Papa «Dio non è uno spray» Il sinodo si spacca in due

La fede concreta di Papa Bergoglio. Dio «non è uno spray», non è vapore che svanisce nell'aria, non è qualcosa di intangibile, non è un'«idea nell'aria». «Il Dio spray non esiste! Esistono persone - ha detto Francesco nella messa a Santa Marta - Esiste il Padre, il Figlio e lo spirito santo: sono persone, non sono un'idea nell'aria». Non è una novità che Papa Bergoglio affronti il tema della tangibilità della fede. Per lui Dio è nelle persone, è il volto dei poveri, è la storia dei più lontani, è la vita in ogni angolo del Pianeta. È un Papa che ascolta, un Papa che abbraccia, un Papa che dialoga. Apertura, discussione, collegialità che trovano terreno fertile nel Sinodo straordinario sulla famiglia, in corso in Vaticano.

Difesa della vita, metodi contraccettivi, divorzio e ammissione alla comunione: temi che fanno capolino all'assise. Temi spinosi sui quali il Papa chiede e vuole dibattito.

Ieri è stata la giornata del cardinale Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi. All'ordine del giorno ci sono l'apertura alla vita e la contraccezione. «In questo campo si toccano dimensioni e aspetti molto intimi dell'esistenza - ha detto - emergono differenze sostanziali tra una visione cristiana della vita e della sessualità e un modo di vita fortemente secolarizzato». Per questo, occorre «incoraggiare una mentalità aperta alla vita» per «contestare la mentalità contraccettiva e la diffusione di un modello antropologico individualista che determinano in certe regioni del mondo un forte calo demografico». Poi l'affondo più duro: «Molte coppie non sanno che l'uso di metodi anticoncezionali è peccato e occorre confessarsi prima di ricevere la comunione».

Ma è sul tema dell'eucaristia ai divorziati risposati che il dibattito si infiamma. «Sono emerse due linee - ha spiegato padre Federico Lombardi - quella che parla con molta decisione che l'annuncio del Vangelo sul matrimonio esige che, se il legame è valido, non è ammissibile l'ammissione ai sacramenti, per coerenza della dottrina con la fedeltà alle parole del Signore» e quella che «non negando in alcun modo l'indissolubilità del matrimonio» ricorda che «Gesù vede le situazioni vissute nella chiave della misericordia e viene incontro alle diverse situazioni specifiche», arrivando - in alcuni casi - ad ipotizzare l'accesso alla comunione. Progressisti versus conservatori? La spaccatura oramai è evidente. Anche se padre Lombardi minimizza: «Nel sinodo non si fa la conta, c'è ascolto interessato da parte di tutti».

Ne è una prova il riassunto pubblicato sul sito del Vaticano. «Al Sinodo è stata ribadita l'indissolubilità del matrimonio senza compromessi. Allo stesso tempo è stato detto che bisogna guardare ai singoli casi, alle situazioni concrete anche di grande sofferenza, distinguendo tra chi ha abbandonato il coniuge e chi è stato abbandonato».

Gli «schieramenti» cominciano a farsi chiari. Il cardinale George Pell non ha fatto mistero della sua contrarietà alla comunione per i divorziati risposati. «Qualcuno potrebbe desiderare che Gesù fosse stato un po' più morbido sul divorzio, ma non lo è stato. E io resto fedele a lui». Più aperta la posizione del cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio consiglio per i Testi legislativi, secondo cui comunque occorre «semplificare le procedure per la nullità matrimoniale».

«Dobbiamo adottare l'ermeneutica del Papa - ha detto - salvare assolutamente la dottrina ma partire dalle singole persone e dalle loro concrete situazioni di necessità e urgenza e dalle loro sofferenze». Che è poi la linea del cardinale Kasper: valutare le condizioni e agire caso per caso.

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