Fedez contro tutto e tutti (ma senza autocritica)

Con due nuovi post, Fedez continua ad attaccare la Lega e Matteo Renzi sul ddl Zan, portando avanti la narrazione di Pd e M5s

Fedez contro tutto e tutti (ma senza autocritica)

Dal suo eremo privilegiato, Fedez continua a fare politica, forte dei milioni di follower che vanta su ogni social network. Tante le critiche alla politica, poca l'autocritica da parte del rapper, che preferisce pontificare dal suo fortino social piuttosto che toccare la realtà e discutere, invece di lanciarsi in monologhi chiusi. Gli argomenti, poi, sono sempre gli stessi, quelli che gli permettono di avere maggiore consenso e seguito, il ddl Zan su tutti. Facile puntare il dito per Fedez, più difficile è farselo puntare fuori dalla bolla, dalla quale Fedez fatica a uscire.

Seguendo il filone del Movimento 5 stelle e del Partito democratico, il marito di Chiara Ferragni ha nuovamente attaccato la Lega e Matteo Renzi con le solite frasi populiste acchiappa consensi. La strategia di Fedez sembra funzioni su una fetta di giovanissimi e anche per questo motivo Enrico Letta sta puntando a estendere il voto anche ai 16enni per ampliare la base elettorale.

Il primo attacco di Fedez è stato per Claudio Borghi, il deputato leghista che ieri è finito al centro della polemica per un tweet che, stando alle sue successive dichiarazioni, è stato mal interpretato. Incollando la foto del post del leghista, Fedez ha attaccato: "Illustre membro della Camera dei deputati che nel 2021 associa sieropositività a omosessualità". Inutili le spiegazioni di Borghi, troppo ghiotta l'occasione per il rapper di attaccare la Lega.

Non pago di questo post pubblicato nelle sue storie, il marito di Chiara Ferragni ha successivamente mirato contro Matteo Renzi e, di nuovo, la Lega. "È c'è un signorino (uno che aveva promesso al popolo italiano che si sarebbe ritirato dalla politica, un'altra storia ma che identifica la credibilità del soggetto), che settimane fa, con la saccenza e la tracotanza di chi pensa di poter fare circonvenzione di incapace con gli italiani, ci raccontava che bisogna sedersi al tavolo con questi 'personaggi', scendere a patti perché 'la politica è fatta di compromessi' (e il nuoto è uo sport completo). Gli stessi del 'se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno' che evidentemente non perdono occasione per smentirsi", scrive Fedez continuando a spingere, anche se non viene mai nominato, il ddl Zan.

Nella sua storia, il rapper ha riproposto uno dei passaggi del suo monologo al Concertone del Primo maggio, lo stesso che gli ha causato alcune grane con la Rai. Per rimarcare il suo pensiero, e qualificare la sua attitudine al dialogo su argomenti seri e importanti che potrebbero modificare la società, dopo aver menzionato Matteo Renzi chiedendo in maniera ironica conferma di quanto detto e derubricando il dibattito politico come una "recita continua", Fedez ha chiuso il post con l'emoji di un pagliaccio. Pare sia la stessa inviata alla Rai quando l'azienda televisiva gli ha richiesto mediante mail le sue memorie, rifiutandone un'audizione in commissione Vigilanza. In quell'occasione, Fedez venne accusato di non rispettare le istituzioni con il suo atteggiamento, tanto che venne sollecitato l'intervento del presidente della commissione di Vigilanza per "procedere con una censura ufficiale".

Infine, in giornata sono arrivate le storie contro Matteo Salvini per il delitto di Voghera. Il leader della Lega con un video diffuso tramite i social ha chiesto di aspettare l'evoluzione delle indagini prima di condannare l'assessore. Parole che sono diventate il pretesto di un nuovo attacco: "Ah ma quindi lei è anche pubblico ministero? Non lo sapevo".

Quindi prosegue: "Prendete questi due addendi e sostituiteli: marocchino uccide assessore leghista. Ve lo vedete Salvini che dice: 'Fermi tutti si apre la pista della legittima difesa?'. No, no no. Ridicoli".

Storia Fedez

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