Fentanyl, è allerta in Italia: trovato in una dose di eroina

È la prima volta nel nostro Paese. L'esperto: "Il pericolo ora è concreto. Negli Usa uccide 70mila persone l'anno"

Fentanyl, è allerta in Italia: trovato in una dose di eroina
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Purtroppo era solo questione di tempo visto che negli Usa provoca 70mila morti per overdose l'anno. Parliamo del Fentanyl, l'oppiode conosciuto banalmente come «droga degli zombie» e per il quale da ieri in Italia è scattata l'allerta lanciata dal Sistema nazionale di allerta rapida per le droghe, coordinato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga dopo che l'Istituto Superiore di Sanità ha confermato che il Fentanyl è stato utilizzato unito a una preparazione mix di sostanze diverse in una dose di eroina sequestrata alcune settimane fa nella zona di Perugia. Si tratta del primo caso accertato nel nostro Paese e la Procura di Perugia aprirà un'inchiesta. In raccordo con il Sottosegretario Alfredo Mantovano è stato attivato il Piano nazionale di prevenzione contro l'uso improprio di Fentanyl che prevede l'invio dell'allerta a tutte le forze di polizia e a tutte le amministrazioni.

«La dose di eroina sequestrata a Perugia e fatta analizzare mi risulta fosse composta da più sostanze oltre che dal Fentanyl: non sembra quindi realizzata da qualcuno che non sapesse cosa fare, che non era in grado di gestire questa droga, ma appare al contrario qualcosa di pensato da chi voleva creare un mix di sostanze, mischiare oppiacei diversi ad altre sostanze psicoattive (tra cui eroina e benzodiazepine) probailmente per creare un nuovo prodotto. Può essere tutto, un caso oppure un test. Ci accorgiamo però che sta iniziando una nuova era, pericolosa. Finora le precauzioni erano state solo teoriche, ora la sostanza c'è, si sta diffondendo. E il rischio è reale»

Medico, psichiatra e psicoterapeuta, Riccardo C. Gatti da sempre si occupa di dipendenze e abuso di sostanze, inoltre coordina il tavolo tecnico sulle dipendenze di Regione Lombardia e da tempo aveva messo in guardia contro il Fentanyl.

«Questa sostanza riesce a diffondersi con rapidità perché rende un sacco di soldi, produrla costa poco e ne servono quantitativi esegui per realizzare molte dosi. Un esempio? Bastano poche dosi per rifornire un'intera metropoli, quindi anche nascondere e trasportare Fentanyl risulta molto facile» spiega Gatti. E aggiunge: «il Fentanyl è molto potente, dà dipendenza molto rapidamente, inoltre è veramente difficile da gestire visto che la dose che fa effetto è molto vicina anche a quella che provoca l'overdose».

«Purtroppo in Italia quando in un pronto soccorso si presenta qualcuno che sta male, i test che usiamo finora permettono di rilevare solo e sempre le stesse sostanze: cannabis, eroina, cocaina, metanfetamine e benzodiazepine - conclude Gatti -.

Servono analisi più sofisticate, macchine costose e personale preparato. In materia di dipendenze siamo fermi agli anni '90, sia a livello di legislazione che di dibattito politico, nonché di organizzazione. E ripeto: il pericolo teorico ora si sta dimostrando reale e concreto».

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