Figli di coppie gay, l'asse pm-governo

Procura di Milano e Avvocatura dello Stato contro il sindaco Sala: no alle trascrizioni

Figli di coppie gay, l'asse pm-governo

Cancellate quelle trascrizioni gay: a ribadirlo ieri mattina davanti al tribunale di Milano non è solo il pubblico ministero Rossana Guareschi, scesa in campo contro l'iscrizione all'anagrafe del capoluogo lombardo di figli di coppie omosessuali effettuate dal Comune indicando come genitori entrambi i membri della coppia. Ieri mattina, in udienza davanti ai giudici della ottava sezione civile, si presenta anche l'Avvocatura dello Stato, che su incarico della presidenza del Consiglio si schiera anch'essa a favore della cancellazione. Di fatto i giudici si trovano davanti un asse tra governo e Procura di Milano: impensabile fino a poco tempo fa, e anch'esso figlio dei tempi.

Gli argomenti di Procura e Palazzo Chigi sono sostanzialmente gli stessi: accettando di iscrivere nello stato civile del Comune due genitori dello stesso sesso per bambini nati con tecniche di fecondazione assistita, il sindaco Beppe Sala è andato oltre la legge, e soprattutto oltre la sentenze della Cassazione e della Corte Costituzionale che dettavano regole precise stabilendo, come scritto pochi mesi fa dalla Consulta, che le norme attuali «non consentono al bambino nato nell'ambito di un progetto di procreazione medicalmente assistita eterologa, praticata da una coppia dello stesso sesso, l'attribuzione dello status di figlio anche da parte della madre intenzionale». Ancora più radicale, come si può intuire, la impossibilità di trascrivere come genitori una coppia di maschi: ma a Milano sono state registrate anche queste.

Sul loro tavolo i giudici avevano quattro casi, relativi ad altrettante trascrizioni disposte da Sala successivamente alle sentenze della Cassazione: uno riguarda il figlio di una coppia di uomini, gli altri tre coppie femminili. Altri ricorsi sono in arrivo, contro altre trascrizioni. Anche per questo il tribunale si è riservato la decisione, in modo tale da prendere un orientamento unico in tutti i casi evitando disparità di giudizio. La sentenza dovrebbe essere depositata nelle prossime settimane.

Il Comune di Milano non risulta che si sia costituito in giudizio, e anche alcuni dei genitori hanno scelto di non partecipare all'udienza. La discesa in campo dell'Avvocatura dello Stato non era scontata ed è sembrata un segnale soprattutto politico: per Palazzo Chigi l'intera materia non può essere regolamentata da interpretazioni più o meno elastiche da parte della magistratura ma deve muoversi rispettando le decisioni del Parlamento. Come ha scritto d'altronde la stessa Corte Costituzionale nel suo provvedimento: «Spetta prioritariamente al legislatore individuare il ragionevole punto di equilibrio tra i diversi beni costituzionali coinvolti, nel rispetto della persona umana, allo scopo di fornire, in maniera organica, adeguata tutela ai diritti del minore».

La stessa sentenza indicava come strada alternativa alle trascrizioni quella delle adozioni straordinarie, resa però impervia dai lunghi tempi di attesa e dalle regole rigide: e su quel versante alcune modifiche stanno facilitando il percorso. Ma l'intera materia, come hanno rilevato anche i giudici, rimane regolata in modo complesso e contraddittorio a causa dell'incrocio di norme diverse.

Per esempio, è paradossalmente possibile riconoscere due donne entrambe come madri di un figlio concepito e nato all'estero, mentre il riconoscimento è quasi impossibile nei casi in cui dopo l'inseminazione oltre confine il parto sia avvenuto in Italia.

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