Non ama la retorica e corre da una città all'altra. Il generale Francesco Paolo Figliuolo, sempre in divisa, si muove come il comandante di un esercito in guerra ma alla fine, dopo un vortice di visite sul campo, promuove la Lombardia: «Ho visto un piano coerente con quello nazionale». Certo, la Regione è scivolata sul sistema di prenotazione dei vaccini e nei giorni scorsi è stato tutto un rincorrersi di lamentele e critiche. Figliuolo non nasconde le problematiche ma guarda avanti: «Il 1 aprile la Lombardia entra nel sistema di Poste Italiane e credo che i ritardi verranno superati».
Non ci saranno più i novantenni avvisati all'ultimo minuto e spediti magari a fare l'iniezione a decine di chilometri da casa. I giornalisti lo stuzzicano: «Non si dovrebbe commissariare la Regione?». Lui non ha tempo né voglia di aprire un'altra querelle e corre via, senza aggiungere una parola. Del resto il programma della giornata è massacrante: dall'hub di Malpensa Fiera al Drive-through di Trenno, e poi di corsa al prima contestatissimo e ora rivalutato ospedale della Fiera, oggi anche centro vaccinale, e ancora via verso Bergamo. Il presidente Attilio Fontana replica per le rime alle bordate che gli arrivano a raffica: «Abbiamo chiesto scusa per i disservizi, ma se lei leggesse qualche quotidiano - dice a un giovane che lo insegue armato di microfono - scoprirebbe che anche le altre regioni hanno avuto problemi. Polemiche stucchevoli». L'immagine della Lombardia è stata macchiata da un susseguirsi di difficoltà e scivoloni: ci sono state le gaffe dell'assessore Gallera, poi sostituito in corsa dalla Moratti; e dopo il flop della campagna di immunizzazione contro l'influenza, ecco il cortocircuito dei sistemi informatici. Ora, si dovrebbe voltare pagina. Letizia Moratti e Guido Bertolaso accompagnano il generale nel suo tour e cercano di distribuire certezze. «Sono stati fatti degli errori ma stiamo rimediando», ammette l'ex sindaco di Milano. «Va tutto bene? - si chiede davanti ai microfoni l'alto ufficiale, accompagnato dal capo della Protezione civile Fabrizio Curcio - No, e come da altre parti dobbiamo migliorare. Altrimenti non ha senso verificare. Bertolaso ha detto che la Regione è una Ferrari con le ruote sgonfie. Io dico invece che a volte non è arrivata la benzina giusta». C'è molto da cambiare, non solo qui ma un po' ovunque. Certo, la fine del mese porta l'Italia al traguardo delle dieci milioni di vaccinazioni, ma la tabella di marcia non è ancora quella che aveva in testa l'ufficiale con la piuma sul cappello. L'idea era quella di arrivare alla fine di marzo con una media giornaliera di circa 300mila dosi, ma siamo ancora sotto quota 250mila. Meglio di prima, ma la macchina non gira ancora come dovrebbe. E a metà aprile il ritmo dovrebbe salire ancora a quota 500mila. Ma nel frattempo Luca Zaia lancia l'allarme sul Veneto: «Annunciamo che sospendiamo le vaccinazioni, a parte qualche richiamo. I vaccini non sono arrivati, quindi la macchina perfetta che abbiamo messo in piedi con modelli di accesso rapido, diretto, senza prenotazione in questo momento non riusciamo a garantirla, perché non abbiamo la materia prima». Intanto si lavora su tutti i lati del problema: le forniture, il personale schierato in prima linea - con l'arruolamento dei farmacisti - i centri vaccinali. Ecco, la ricognizione sul territorio serve pure per annunciare che le punture verranno effettuate anche al Pirelli Hangar Bicocca, indirizzo noto agli amanti dell'arte contemporanea e delle mostre che proseguiranno. Insomma, la grande rincorsa della locomotiva d'Italia non si interrompe. Si spera che i numeri non tradiscano le aspettative. E pazienza se bisogna ancora stringere i denti.
Fino a all'11 aprile il colore della Lombardia potrebbe essere il rosso, tutto dipenderà dai dati anche se c'è troppa pressione sugli ospedali e non si può allentare la presa. Figliuolo riparte per Cagliari. Altra tappa della sua campagna d'Italia.
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