Filippo piange dal gip: "L'ho uccisa, io pentito"

Non chiama Giulia per nome, ma dice: "Affranto, giusto che paghi". C'è il via libera: oggi incontro di Turetta coi genitori

Filippo piange dal gip: "L'ho uccisa, io pentito"
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Mezz'ora davanti al gip, il tempo per le formalità di rito e per avvalersi della facoltà di non rispondere. Solo una breve dichiarazione spontanea, neanche un minuto per ammettere di aver ucciso la sua ex fidanzata. Senza mai chiamarla per nome.

Filippo Turetta, arrestato in Germania il 19 novembre per l'omicidio di Giulia Cecchettin, non risponde alle domande del gip Benedetta Vitolo nel carcere di Verona, dove è rinchiuso da sabato scorso. Piange mentre ribadisce quanto già detto alla polizia tedesca quando è stato fermato sull'autostrada A9 nei pressi di Lipsia dopo una lunga fuga in macchina: «Sono affranto - dice al gip - dispiaciuto per la tragedia che ho causato. Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata. Sto cercando di ricostruire nella mia memoria le emozioni e quello che è scattato in me quella sera. Fin da subito era mia intenzione consegnarmi e farmi arrestare, ma ora sono molto stanco e non mi sento di aggiungere altro». Scelta tecnica per preparare meglio la difesa. Mentre viene riaccompagnato in cella, il 21enne confida poi agli agenti della penitenziaria di essere pentito di quello che ha fatto.

Tra qualche giorno, non appena il suo legale, Giovanni Caruso, avrà studiato le carte dell'indagine, lo studente potrebbe essere sentito dal pm di Venezia Andrea Petroni, questa volta per rispondere alle domande. E a quel punto potranno essere chiariti tutti i nodi dell'inchiesta, soprattutto quello relativo alla premeditazione, che al momento non è stata contestata. L'ammissione del delitto non aggiunge nulla alla ricostruzione fatta dagli investigatori italiani, ma dal punto di vista procedurale è importante perché le dichiarazioni raccolte dalla polizia tedesca non sarebbero potute entrare nel fascicolo processuale. La difesa, come anticipato, non ha presentato al gip richiesta di domiciliari, sapendo che difficilmente sarebbero stati concessi. Ci sarà tempo, eventualmente, anche per chiedere una perizia psichiatrica che potrebbe aiutare Turetta ad ottenere uno sconto di pena. La possibilità di provare a sollevare il vizio di mente, dunque, è una carta che il difensore si giocherà in un secondo momento. L'avvocato Caruso, al momento, ha ottenuto l'autorizzazione al colloquio tra Turetta e i suoi genitori, sollecitato nei giorni scorsi dal ragazzo, in programma oggi.

Filippo è accusato di omicidio volontario aggravato e sequestro, al momento non gli sono state contestate aggravanti. Anche se Nicodemo Gentile, l'avvocato di Elena Cecchettin, parla di omicidio «aggravato dallo stalking»: «Turetta ha dimostrato di essere un molestatore assillante: il suo comportamento è connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono fame di possesso verso Giulia. Un assedio psicologico che aveva provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia». Prima di ogni altra contestazione, comunque, si attende l'esito degli esami scientifici e l'autopsia, che sarà effettuata venerdì.

Sarà determinante anche la versione del giovane sui coltelli usati per uccidere Giulia, sullo scotch comprato 48 ore prima del delitto e sui sacchi neri usati per coprire il corpo. Perché li aveva con sé se l'intenzione non era quella di uccidere? Ancora non è chiaro quando si potranno svolgere i funerali di Giulia, probabilmente lunedì 4 dicembre.

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