La Cina sbaglia tutto nella gestione del Covid, ma a pagare il prezzo più alto potremmo essere di nuovo noi. Ha sbagliato tutto nel passato, dimostrando quanto sia falsa la pretesa di Xi Jinping che il suo sistema autocratico sia garanzia di maggiore efficienza dello Stato: all'iniziale palesarsi dell'epidemia a Wuhan, esattamente tre anni fa, quando i bonzi del partito scelsero di negare il pericolo e tapparono la bocca ai medici che denunciavano; negli anni duri della pandemia, quando impedirono indagini trasparenti su origine e diffusione e continuarono a mentire al mondo intero; nella scelta di una strategia fallimentare, basata su un vaccino inadeguato e su lockdown severissimi, che pensava solo alle ragioni dell'economia; nel passato più recente, quando lo spettro di una rivolta popolare indusse i soliti onnipotenti di Pechino a porre una fine subitanea alla linea dura del Covid Zero e a consegnare il Paese all'inevitabile dilagare dei contagi.
Sta sbagliando tutto adesso, gestendo di nuovo senza trasparenza un'esplosione di casi che non ha precedenti del mondo. E dimostrando una criminale indifferenza alle disastrose ricadute che tale gestione causerà in tutto il pianeta. Pechino nasconde le vere dimensioni e le vere caratteristiche del disastro. Fornisce dati inverosimili (tre morti di Covid al giorno invece degli stimati cinquemila; qualche decina di migliaia di contagi invece degli stimati 250 milioni), non inserendo nelle statistiche i decessi di persone che avevano anche qualsiasi altra patologia: praticamente tutti. I familiari delle vittime subiscono pressioni per dichiarare che i loro congiunti non sono morti di Covid, pena vedersi negare il diritto a cremarli.
Il resto del mondo sta rapidamente capendo che il rischio del diffondersi di nuove varianti è più che reale. Innalza barriere e controlli negli aeroporti che rischiano però di rivelarsi vani: oltre il 90% dei cinesi che arrivano in Occidente non giunge direttamente dalla Cina. Servirebbe un'assunzione di responsabilità, diremmo quasi un atto di umiltà da parte di Xi: abbiamo bisogno dei vostri vaccini, perché i nostri sono inadeguati alla prova terribile che dobbiamo affrontare, e garantiamo il massimo impegno per proteggere anche voi, nell'interesse di tutti.
E invece no: si alzano lai nel nome della verità scientifica! - contro le limitazioni del diritto di viaggiare e gli ostacoli alla libertà economica, si minimizzano i rischi truccando i dati. Una tragica sequenza di errori già visti che ci fa dire, purtroppo, che esattamente come tre anni fa della Cina non ci si può fidare.
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