Che dietro gli appalti per l'acquisto di mascherine da parte della Regione Lazio di Nicola Zingaretti ci fossero oscuri affidamenti e più di qualche frottola raccontata qua e là per giustificare le consegne mancate era facilmente presumibile. Ma non era ipotizzabile che a tempo di record arrivassero nella sede regionale le Fiamme Gialle su mandato della Procura di Roma e che, quest'ultima, avesse aperto un fascicolo d'inchiesta in relazione alla commessa per oltre 35 milioni di euro complessivi affidato alla Eco.Tech Srl, con lo scopo di indagare sull'inadempimento di contratti di pubbliche forniture.
Da quanto viene fuori in queste prime ore gli investigatori della Guardia di Finanza, su delega del procuratore aggiunto Paolo Ielo, hanno acquisito in Regione Lazio la documentazione sull'ordinativo per cui sarebbero già stati anticipati oltre 11 milioni di euro alla Srl (che si occupa di commercio all'ingrosso di lampadine a led) e con un capitale sociale di 10mila euro. Qualche giorno fa anche il procuratore regionale della Corte dei Conti ha avviato un fascicolo per fare luce sui profili di propria competenza. Tuttavia a parte gli affidi in somma urgenza, quindi senza appalto, a scatenare l'indagine giudiziaria è stato il nome del fideiussore su cui Nicola Zingaretti ha puntato per garantire l'anticipo dei 15 milioni e 295 mila euro. L'homo novus scelto dal segretario del Pd in qualità di governatore del Lazio è Andrea Battaglia Monterisi, nato a Bari il 18 giugno 1964 e titolare della Seguros Dhi-Atlas, la compagnia dominicana, con sede a Londra, che ha firmato la fidejussione alla Eco.Tech srl il 20 aprile scorso. Peccato che Battaglia Monterisi è anche il protagonista di un processo di camorra oramai alle battute finali: a Benevento il 12 giugno prossimo a meno di un rinvio per Covid-19 sono previste le ultime comparizione con le arringhe della difesa e successivamente la sentenza. Un processo pesante in cui il fideiussore della Regione Lazio compare in testa a un elenco di 17 imputati, tutti accusati di attività delittuose in ambito di camorra nella provincia di Benevento, e vicini al clan del boss di San Martino Valle Caudina, Domenico Pagnozzi detto Mimì 'o Professore. Peraltro legato al padrino della mala romana Michele Senese. E infatti l'accusa più pesante rivolta a Battaglia Monterisi è di aver reimpiegato nella Puntofin Spa i proventi economici dell'attività delittuosa del clan Pagnozzi con l'aggravante di avere commesso il fatto nell'esercizio dell'attività di garanzia espletata mediante il rilascio di polizze al fine di agevolare il clan camorristico Pagnozzi. Vale a dire che costui risultava già da anni navigato nell'ambito di attività fideiussorie, ma tutt'altro che irreprensibili. Nel processo in cui è imputato Battaglia Monterisi, i reati contestati vanno dall'associazione mafiosa all'estorsione, riciclaggio, falso, intestazione fittizia di beni, fino alla turbativa di gara per i lavori di ristrutturazione di una scuola elementare di un piccolo comune della provincia di Benevento. Eppure la Regione Lazio non se n'è affatto accorta tant'è che nell'indagine del Pm Ielo è indicata come parte offesa.
D'altro canto però non ci si può esimere dallo stigmatizzare la figura marchiana dell'amministrazione laziale, Nicola Zingaretti in testa e a seguire il capo della Protezione civile locale Carmelo Tulumello, che non si sono neppure accorti non tanto del curriculum del signor Battaglia Monterisi quanto anche del fatto che, la sua società finanziaria londinese, non risulta assolutamente abilitata all'esercizio dell'attività assicurativa in Italia. Eppure anche in assenza di titolo costui si è guadagnato il prestigioso incarico di garante finanziario della Regione Lazio. Ma c'è un altro tassello sul quale la magistratura sta indagando. La Eco.
Tech per accedere alla commessa per l'acquisto di mascherine, si è rivolta da parte sua a un broker che fornisse adeguata copertura assicurativa: la Itc international broker società in liquidazione volontaria. Un altro capitombolo per la politica gestionale di una certa sinistra sempre più accusatrice e forcaiola.
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